Diritto al riconoscimento dell’identità culturale dei kurdi
Alessandra Tarquini - Vis
Il 29 febbraio in Turchia si svolgerà il processo a due sindaci e 21 consiglieri accusati di aver tradotto in lingua Kurda le brochures di pubblicizzazione dei servizi offerti dalla municipalità. La Tavola della pace lancia un appello per la loro assoluzione.
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Tradurre in lingua curda dei documenti utili per i cittadini potrebbe essere un reato per cui essere condannati. Nell'anno dei diritti umani ecco una nuova vicenda attraverso la quale accendere i riflettori sulla condizione del popolo curdo.
Il 29 febbraio, a Diyarbakir, in Turchia, si svolgerà il processo contro il Sindaco di Sur, Abdullah Demirbas, l’intero consiglio comunale di Sur e il Sindaco di Diyarbakir, Osman Baydemir, accusati dalle autorità turche l’uno di aver utilizzato la lingua kurda nelle brochures di pubblicizzazione dei servizi offerti dalla municipalità e l’altro di aver appoggiato tale iniziativa. Nella stessa giornata sarà emessa la sentenza.
La Tavola della pace, organismo composto da oltre millecinquecento enti locali e associazioni italiane, ha inviato oggi all'Ambasciata turca in Italia, alla Commissione Europea e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiani una lettera con l'appello affinché i sindaci dei Comuni di Diyarbakir e Sur e i 21 consiglieri comunali imputati siano assolti nel rispetto del diritto di espressione.
"Il rispetto della lingua e dell’identità etnica e culturale delle minoranze" – si legge nella lettera scritta dai due coordinatori nazionali della Tavola Flavio Lotti e Grazia Bellini – "è un elemento fondamentale della coesione europea (in Italia, ad esempio, è espressamente riconosciuto il diritto all’uso della doppia lingua, italiana e della minoranza, nelle cinque Regioni a statuto speciale)".
"La prospettiva dell’ingresso nell’Unione Europea deve spingere la Turchia a rispettare i fondamentali diritti umani di tutti i cittadini, incluso il diritto al riconoscimento dell’identità culturale dei kurdi. – concludono i due coordinatori Lotti e Bellini.
Il 28 febbraio dall'Italia partirà una delegazione promossa dall'UIKI onlus – dall'Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia- di osservatori che seguiranno in prima persona il processo."
per adesioni all'appello: info@perlapace.it