Diritti umani decisivi per la pace


L’Osservatore Romano


“I diritti umani sono fondamentali per la pace, la sicurezza e lo sviluppo: per questo debbono essere continuamente difesi e promossi.” Così l’Alto commissario Onu, Navi Pillay, all’Assemblea del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani.


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I diritti umani sono fondamentali per la pace, la sicurezza e lo sviluppo: per questo debbono essere continuamente difesi e promossi. Questo il messaggio lanciato ieri dall’Alto commissario Onu, Navi Pillay, nel suo intervento alla ventiseiesima Assemblea del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani.

L’intervento di Pillay, sudafricana di origini indiane tamil, già giudice della Corte penale internazionale e presidente del Tribunale penale internazionale per il Rwanda, è stato dedicato soprattutto alla condizione dei diritti umani in alcuni Paesi dell’Asia (Pakistan, Sri Lanka e Thailandia) e dell’Africa (Sud Sudan, Repubblica Centroafricana e Nigeria), senza dimenticare il protrarsi della violenza in Siria. Cominciato nel settembre del 2008, il suo mandato come Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani si concluderà il 31 agosto di quest’anno.

Nella parte introduttiva del suo discorso Pillay ha ricordato gli impegni presi per promuovere il rispetto per la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti.

Davanti ai delegati dell’Onu, Pillay ha voluto subito ricordare l’uccisione, due settimane fa, di una giovane donna incinta a Lahore, in Pakistan.

Un crudele episodio, che rappresenta un ulteriore caso di violenza contro le donne.

L’ex giudice ha poi rilevato che il mese scorso ha segnato il quinto anniversario della fine della guerra in Sri Lanka, dove le ferite, provocate dal terrorismo e dai conflitti, devono ancora rimarginarsi. Pillay si è inoltre detta sconcertata dal colpo di Stato militare in Thailandia, che ha determinato la sospensione delle garanzie costituzionali dei diritti umani e la detenzione di ex membri del Governo.

Riguardo alla Siria, l’Alto commissario ha parlato di una tragedia per la popolazione civile e di un tragico fallimento per la causa dei diritti umani. «Purtroppo — ha precisato Pillay — la comunità internazionale resta incapace di reagire in modo coerente, con forza e rapidamente alle crisi, comprese le situazioni di gravi violazioni dei diritti umani».

Grande preoccupazione è stata espressa per la situazione in Nigeria, dove il rapimento ad aprile di centinaia di studentesse da parte dei miliziani islamici di Boko Haram ha fatto risaltare ancora una volta la brutale violenza di questo gruppo terroristico, e — secondo Pillay — dovrebbe essere un richiamo alla necessità per Abuja di adottare tutte le misure possibili per proteggere la popolazione.

Situazione analoga nel Sud Sudan, alle prese con efferatezze e massacri di massa che hanno raggiunto nuove vette di orrore, e nella Repubblica Centroafricana, dove le quasi quotidiane violente tensioni tra le comunità minacciano la sicurezza dei civili. E nonostante gli sforzi da parte delle forze internazionali di pace, queste minacce hanno costretto molte persone ad abbandonare le proprie abitazione a nascondersi.

 

Fonte: L ’Osservatore Romano

12 giugno 2014

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