Digiuno e preghiera
Flavio Lotti e Amilcare Conti - Corriere dell'Umbria
È davvero bello che cattolici e laici, credenti e non, si uniscano in questo gesto di pietà, di sacrificio e anche di protesta.
Oggi è la giornata di digiuno e di preghiera indetta da Papa Francesco per la pace, non solo in Siria e in Medio Oriente ma in tutto il mondo. È davvero bello che cattolici e laici, credenti e non, si uniscano in questo gesto di pietà, di sacrificio e anche di protesta. Se per molti non ha un valore di trascendenza, può avere un alto significato di testimonianza. Si tratta infatti di un’iniziativa fortemente simbolica che coinvolge tutta la persona nella difesa di un valore e di un diritto irrinunciabile. Per qualcuno non sarà abbastanza. Ma una delle prime cose che possiamo fare, un modo tutt’altro che inefficace per muovere a compassione i cuori più induriti. In molte parti del mondo, la pace è solo un sogno, mentre violenze e guerra sono la realtà quotidiana di milioni di bambini, donne e uomini. Da tanto, troppo tempo, la vita dei popoli della Terra Santa e del Medio Oriente è tormentata da ingiustizie, odio e violenza. Col passare degli anni, di fronte all’inazione dei massimi responsabili della politica internazionale, le ingiustizie sono aumentate, i problemi si sono acuiti e i conflitti moltiplicati. Accogliendo l’invito di Papa Francesco, ci uniamo alla schiera di tutti coloro che oggi desiderano riflettere, pregare e digiunare per richiamare l’attenzione dei potenti del mondo sui drammi di intere nazioni, nella speranza che venga presto il giorno in cui anche questi popoli possano vivere in pace. In queste ore, ciascuno di noi avvertirà anche fisicamente l’anelito di tanti fratelli a ottenere beni che noi diamo per scontati: come il diritto a vivere in pace nella propria terra, ad esprimere liberamente il proprio pensiero e praticare la propria fede senza paura o persecuzioni. La convivenza tra persone e popoli di tradizioni, culture e religioni diverse è possibile, ma solo nel riconoscimento delle reciproche identità, nel rispetto e nella solidarietà. Tutte parole che dobbiamo riempire di significato facendole vivere giorno per giorno, nelle situazioni concrete dell’esistenza. In questa particolare circostanza, nell’imminenza di gravi decisioni, occorre un ulteriore sforzo di consapevolezza: nuove e tremende violenze non farebbero altro che aggiungere odio, sofferenza e disperazione. Raccogliamoci con fiducia e speranza intorno a Papa Francesco. Facciamo nostro il suo forte appello: “Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà! Il grido della pace si levi alto perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall’anelito di pace.”
Fonte: Corriere dell’Umbria
7 settembre 2013