Diario da Kabul, l’arte della dissimulazione
Emanuele Giordana - Lettera22
Ma che succede se varcate un ufficio consolare, un luogo Nato, uno spazio americano? Con quella barba lunga siete sospetto e quei mocassini impolverati dicono che camminate a piedi e dunque siete sospetto due volte…
Per gli uomini la barba è un segnale. Se non l'avete siete in linea con l'andazzo generale, se è corta e curata siete gente di rango, se è lunga e vagamente incolta siete dei pensatori al limite tra il guru e il minorato, ma se l'avete semplicemente incolta….allora siete inevitabilmente sciatti e trasandati. Persona da cui bisogna guardarsi. Così, più o meno, succede in Italia dove il metro di valutazione dipende, di primo acchito, dal taglio di barba e capelli e dal tipo di scarpe che portate. Quel che i particolari dicono non lo dice spesso un curriculum ma si tratta spesso anche di una sequenza di luoghi comuni. Se vi fermate a quelli, voi che guardate, siete fritti.
Altrove è lo stesso ma spesso la percezione è capovolta. In Afghanistan la barba incolta non va tanto ma è tollerata se è lunga e fluente a dimostrare che per voi la religione ha un certo peso. Anche se qui non si usa radersi male e raramente, la barba di tre giorni si può portare perché un buon musulmano ha sempre la barba. In Iran, ad esempio, ce l'han sempre tutta di tre, quattro giorni (come faranno quando la tagliano?), come insegna lo stresso Ahmadinejad. Fateci caso.
In Afghanistan dunque lascio crescere la barba e la taglio quando ritorno a casa. Ho notato che una barba lunga o lunghetta, incolta o curata, vi aiuta a entrare nella parte, ossia a essere meno osservati. E le scarpe? Se non portate le ciabatte, l'abito usale per i piedi nei paesi caldi, le scarpe – e come le portate – sono la chiave della vostra provenienza geografica tal quale sono la chiave del vostro stato sociale in Italia.
Così ho messo dei vecchi mocassini che hanno la punta un po' lunga, che appena scimmiotta certe scarpe dalla cuspide molto allungata che da un po' di tempo si usano qui e nei paesi arabi (ma in certi casi anche da noialtri). Barba e mocassini, quest'ultimo un tantino consunto, mi fanno passare per afgano. Pura dissimulazione ma neanche tanto ricercata: casuale direi. E assai migliore di un travestimento maldestro in shalwar kameez (anche salwar qameez), che tanto sbagliate sempre il modo di portare la piega dei pantaloni (ebbene si le braghe della kameez hanno una piega).
Ma che succede se varcate un ufficio consolare, un luogo Nato, uno spazio americano? Con quella barba lunga siete sospetto e quei mocassini impolverati dicono che camminate a piedi e dunque siete sospetto due volte. E' per via della barba lunga, che dice male nelle nostre culture, o per il fatto che la barba lunga e la scarpa impolverata vi fa assomigliare agli afgani?
Pubblicato da Emanuele Giordana su
Lettera22 e Great Game
13 luglio 2010