Da Praga Obama promette un mondo senza atomiche
Roberto Rezzo
Obama ha presentato il suo piano per eliminare le atomiche dal mondo. "Gli Usa hanno responsabilità morale" nel guidare la lotta per eliminarle essendo "L’unica potenza nucleare ad aver usato le atomiche".
Il dottor Stranamore non abita più qui. Barak Obama ha scelto la città di Praga per lanciare una proposta destinata a cambiare il corso della storia.
Un appello ai leader europei per l’immediata riduzione degli arsenali nucleari.
Con un obiettivo finale: il totale azzeramento degli ordigni atomici su scala mondiale.
Nella piazza antistante il castello dove sorge il monumento a Jan Hus, il riformatore religioso del XIV secolo, alcune decine di migliaia di persone si sono riunite per ascoltare il presidente americano. L’atmosfera e l’entusiasmo sono quelli di una nuova primavera. Questa volta senza la cupa e minacciosa presenza dei carri armati sovietici pronti ad avanzare verso la folla.
UN FUTURO MIGLIORE
“ Stiamo parlando di un argomento che riguarda da vicino i popoli del mondo intero – ha esordito Obama – oggi è arrivato il momento di onorare il nostro passato gettando le basi per un futuro migliore”
E’ stato un discorso pieno di passione, ma senza concessioni a facili ottimismi: “ Il traguardo di un mondo denuclearizzato probabilmente non potrà essere raggiunto nell’arco di una generazione. Ma è nostra precisa responsabilità morale fare il primo passo nella direzione giusta.”
SVOLTA CON IL CREMLINO
Il contenuto dell’intervento era stato anticipato poche ore prima da fonti della Casa Bianca. Al primo punto una bozza di trattato per la riduzione di armamenti startegici con Mosca, da perfezionarsi entro la fine dell’anno. Si tratta di una svolta epocale dopo anni di progressivo deterioramento nelle relazioni bilaterali dovute al progetto di scudo spaziale.
Proprio nella Repubblica Cca l’amministrazione Bush aveva intenzione di collocare il principale sistema operativo radar di puntamento anti – missilistico scatenando così la collera e le annunciate ritorsioni da parte dei russi.
In realtà la mano tesa di Obama va ben oltre gli equilibri bellici con l’ex blocco sovietico. Si tratta di un gesto di pace destinato a coinvolgere tutte le principali nazioni che dispongono di tecnologia nucleare per uso bellico, dalla Cina all’India, sino al Pakistan. Senza tralasciare i temi più scottanti dei Paesi emergenti che stanno attivamente lavorando – o sono sospettati di lavorare – alla costruzione di ordigni atomici, Iran e Corea del Nord in testa.
E proprio su questo delicato scacchiere Washington gioca la sua partita del disarmo globale. Che ovviamente non è senza condizioni. “ Sino a quando esisterà una minaccia nucleare da parte di Teheran – ha sottolineato Obama – non potremmo fare altrimenti che implementare un sistema di difesa missilistica che sia efficace sotto il profilo dei costi e dei benefici.”
PRESSIONI USA
Negli ambienti diplomatici viene fatto notare che un sistema di questo tipo alla luce dell’attuale tecnologia semplicemente non esiste e non sarà fattibile in tempi brevi.
Questo significa che il presidente americano ha voluto essenzialmente fare pressioni sulla Russia perché esca dall’ambiguità nella gestione dei rapporti con Teheran.
Un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche è pronto per essere messo nero su bianco. Basta che i russi smettano di utilizzare il supporto tecnico agli iraniani come arma di ricatto nei confronti degli Stati Uniti. Un canale diplomatico diretto è stato spalancato, basta la volontà di saperlo utilizzare.
IL PARADOSSO PYONGYANG
In questo contesto, la crisi con la Corea del Nord rappresenta l’ultimo dei paradossi. “ Il pericolo di una crisi nucleare globale è drasticamente diminuito – spiega Obama – eppure il rischio di singoli attacchi è incredibilmente aumentato.”
La nuova amministrazione è convinta che la soluzione corra sulla strada di un doppio binario: assoluta fermezza nei confronti delle nazioni che utilizzano la tecnologia nucleare come arma di ricatto e piena collaborazione con la comunità internazionale. A cominciare dalla ratifica del Comprehensive Nuclear Test – Ban Treaty votato da 140 Nazioni nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sottoscritto dall’amministrazione di Bill Clinton e quindi non ratificato dalla maggioranza repubblicana al Senato Usa.
IL VENTO CAMBIA
Non ci sono dubbi che il vento e la maggioranza in America siano cambiati. E le parole di Obama a Praga non lasciano alibi a chi cerchi facili pretesti per continuare a giocare con la strategia della tensione.
Fonte: l'Unità
6 aprile 2009