Da Perugia un’unica voce: Cessate il fuoco!
Umbrialeft.it
Un fiore e un paio di scarpe usate contro i conflitti in Libia e negli altri Paesi arabi: è il messaggio lanciato dalla Tavola della Pace che, insieme a numerose organizzazioni, è scesa in piazza per chiedere un immediato “Cessate il Fuoco”.
Un fiore e un paio di scarpe usate contro i conflitti in Libia e negli altri Paesi arabi: è il messaggio lanciato dalla Tavola della Pace che, insieme a numerose organizzazioni, è scesa in piazza per chiedere un immediato "Cessate il Fuoco".
Striscioni, bandiere arcobaleno e un immenso "tappeto rosso" per ricordare il sangue dei morti. E, allo stesso tempo, per dare sostegno a chi, come gli immigrati provenienti dalla Tunisia, fuggono da Paesi dove la repressione ha raggiunto i picchi più elevati.
Dall'altra parte un segnale al nostro Governo: "Intervenire subito per fermare i bombardamenti in Libia".
A parlare è Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, che sul piano delle critiche non risparmia il suo carico da novanta. "Siamo in mano a politici e governanti che passano da uno stato di inerzia all'invio degli aerei", afferma riferendosi prima agli stretti rapporti tra Berlusconi e Gheddafi, e, successivamente, all'allineamento dell'Italia in favore della risoluzione Onu.
"La repressione di Gheddafi andava fermata prima -aggiunge Lotti- e non di certo in maniera tardiva e attraverso il drammatico strumento e le rispettive conseguenze di un attacco militare".
Parola d'ordine, dunque, "calpestare la guerra", almeno simbolicamente, poggiando sul grande telo rosso disteso in Piazza della Repubblica delle scarpe usate come ultimo baluardo della non violenza.
Un filone di pensiero condiviso anche da chi proviene dalla stessa Libia e che oggi ha deciso di predere parte al'iniziativa pacifista della Tavola della Pace. "Noi siamo chiaramante contro la guerra e contro la morte del nostro popolo -spiega Hani, rappresentante della Comunità libica di Perugia- e, non ultimo, per la cacciata di Gheddafi, per troppo tempo alla guida della Libia in qualità di tiranno. Per questo -prosegue il giovane libico- mi preme sottolineare che non è affatto vera la favola della Libia spaccata in tribù, ma, al contrario, è giusto dire che c'è un'unica idea che accomuna le diverse realtà del nostro Paese: vedere il tramonto di Gheddafi e la nascita di una democrazia nel nostro Paese".
Nel capoluogo umbro l'iniziativa è stata promossa da Tavola della pace, Altrascuola – Rete degli studenti medi, Udu – Unione degli universitari, Libera Umbria, Legambiente, Monimbo' – Bottega del mondo, Associazione Perugia per i giovani, Arci, Acli, Agenzia della pace, associazione I colori Umbertide, Lav, Umbria Africa onlus, Anpi Marsciano, fondazione Aldo Capitini, Coop sociale divergente, Rete delle donne anti violenza.
Fonte: Umbrialeft.it
2 aprile 2011