Da Bologna, volontari in marcia per la pace


Uno dei 200.000 in marcia


Perugia-Assisi. Io c’ero… La testimonianza degli operatori e dei ragazzi di VOLABO


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Da Bologna, volontari in marcia per la pace

Bologna, Villaggio del Fanciullo, 25 settembre – Sono le 5 del mattino, ma a guardare i visi dei ragazzi non sembra. Tanti sguardi sorridenti, le chiacchiere, i saluti, le presentazioni e solo qualche sbadiglio. Ci si prepara ad una giornata intensa, bella. C’è voglia di arrivare, qualcuno è un po’ preoccupato per i chilometri da percorrere, ma dare la carica bastano una battuta e due risate con gli scout del Centro Poggeschi che ci accompagnano nell'avventura. Finalmente arriva il Pullman VOLABO con i compagni di viaggio saliti a Casalecchio. Si parte davvero! Direzione Ponte San Giovanni (PG), dove inizieremo a marciare verso Assisi, insieme a tante altre migliaia di persone per portare il nostro messaggio di pace! Dopo i saluti ufficiali le luci si spengono e le chiacchiere si fanno silenziose, per permettere a tutti di riposare. La strada scorre via veloce e a poco a poco i contorni del paesaggio si fanno più nitidi, disegnati dalla luce del sole che sorge. Il pullman si risveglia e le chiacchiere aumentano d’intensità. Si comincia a socializzare: “di che scuola sei?” “come ti chiami?” “di che segno sei?” “Cavoli, ce la faremo ad arrivare in fondo? Sono 20 chilometri …”. Ma soprattutto si comincia a parlare della Marcia Perugia-Assisi, della pace, della Non Violenza. Leggiamo insieme alcuni dei 50 motivi per partecipare alla Marcia scritti da Mao Valpiana – presidente del movimento non violento italiano: • Se si è da soli si cammina, o si corre. Solo se lo si fa con altri si può marciare. Bisogna prepararsi bene per marciare insieme; e' necessario avere la stessa meta, obiettivi comuni, e spirito di condivisione. Farlo per la pace e la fratellanza dei popoli, significa marciare per il futuro dell'umanità. • Muoiono nel Mediterraneo i migranti. I loro corpi vengono gettati nel mare, senza degna sepoltura. Sono vittime innocenti della guerra e del razzismo. Quando marceremo da Perugia ad Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli" sentiremo la loro compresenza. Sarà la testimonianza più vera e più dura che la guerra è un crimine contro l'umanità. • Molte persone, pur desiderandolo, non potranno partecipare alla marcia Perugia-Assisi, perchè malate, perchè anziane, perchè detenute, perchè indigenti, perchè dedite a compiti non rinviabili. Marceremo anche per loro. • La Perugia-Assisi è democratica. Quando saremo in marcia ognuno di noi sarà il centro dell'iniziativa. Ogni singolo marciatore esprimerà l'idea collettiva. Non ci saranno capi, portavoce, rappresentanti. La marcia è composta da tutti i marciatori, che hanno un uguale valore in sè. • Quando si marcia, si guarda in avanti. Il valore profondo della Perugia-Assisi non è solo nella forza delle sue radici che affondano nel passato, ma soprattutto nella capacità di indicarci la strada da percorrere da domani. Queste sono le parole che tutti condividiamo, sono la sostanza di cui si nutre ogni passo del cammino che faremo fino ad Assisi. Sono parole serie pronunciate e ascoltate con il sorriso di chi sa che marcia per qualcosa di davvero importante. I nostri ragazzi hanno detto di sì al volontariato con il progetto SAYES e ora dicono di sì alla pace e alla non violenza con la Perugia-Assisi. Scelgono ancora una volta di stare in prima linea nella costruzione di un mondo migliore. Si sperimentano, si mettono in discussione, faticano insieme, si appassionano e portano un messaggio che va oltre le contraddizioni che naturalmente sorgono vivendo in questo particolare momento storico-culturale. La loro voglia di camminare per la pace è il segno di una gioventù viva e critica, che non si lascia travolgere dalle mode del momento, ma che al contrario ha voglia di interrogarsi, di conoscere, di riflettere per agire e lasciare il proprio segno positivo nella società in cui vivono. Con questa grinta arriviamo a Ponte San Giovanni (PG), ci organizziamo con le bandiere della pace e gli striscioni che i ragazzi SAYES hanno creato in un incontro a pochi giorni dalla marcia. I ragazzi di Sayes con il loro striscionePartiamo! Ci guardiamo intorno e siamo una folla coloratissima di persone sorridenti. C’è chi canta, chi lancia slogan, chi saluta e chi di tanto in tanto invita ad abbracciarsi per rompere le barriere e condividere il calore umano che può esistere anche se non ci si conosce. Nel percorso vediamo sfrecciare a passo veloce anche Don Luigi Ciotti di Libera Terra, qualcuno lo riconosce e lui risponde con un saluto. Si cammina, si cammina e si cammina. Il sole è caldissimo, ma regala un panorama favoloso che rende il percorso meno faticoso. Ogni tanto incontriamo qualche punto di animazione e di ristoro: acqua pubblica per rinfrescarsi, e mentre mangiamo “La banda dei perseveranti nella pace” ci rallegra durante il pranzo. Poi, proseguendo, il carro dell’Arci ci aiuta a scandire il passo a ritmo di musica e ci dà energia per gli ultimi chilometri. E mentre il nostro animatore Angelo rende meno pesante il cammino con le sue battute la strada scorre e la salita finale inizia. Il fiume di persone è sempre più fitto e viene da chiedersi “ma se siamo davvero così tanti a desiderare la pace come mai le guerre esistono ancora?”. Domanda retorica che tuttavia non ferma la marcia, anzi ne rafforza il significato. Ormai ci siamo e San Francesco si avvicina. Arrivati ci meritiamo una pausa. Da quelli di noi che hanno raggiunto la Rocca di Assisi arrivano i messaggi di saluto e di ringraziamento dagli organizzatori della Marcia e del "Meeting 1000 giovani per la pace". Forse il più bello è l’invito che Mao Valpiana rivolge ai ragazzi di SAYES: “La vera marcia inizia quando ognuno di voi tornerà a casa. Ognuno di voi è responsabile di un pezzetto di quella pace a cui tutti noi qui aspiriamo. Allora, prima di chiedere il disarmo a partiti e governi, iniziate voi il vostro disarmo personale, con gli amici, con i parenti, con i vicini, con chi vi sta accanto. Ognuno sa nel proprio intimo come disarmarsi, spetta a voi iniziare, perché solo cominciando dal disarmo personale si può davvero costruire la pace”. Queste parole riassumono bene lo spirito di una giornata che ci ha regalato tante emozioni e un’esperienza unica. Con i ragazzi torniamo al pullman stanchi e contenti. La Perugia-Assisi è finita, ma forse è solo l’inizio di un cammino più importante.

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