Csm, no alle ronde e ai Centri. Ok alle norme sullo stalking


Claudia Fusani - unita.it


La Sesta Commissione del CSM presieduta da Livio Pepino, boccia il decreto sulla sicurezza che deve essere convertito in legge entro il 20 aprile e deve ancora essere votato sia dalla Camera che dal Senato.


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Csm, no alle ronde e ai Centri. Ok alle norme sullo stalking

No alle ronde. Necessarie le norme sullo stalking, le molestie continuate. Dubbi seri sul carcere obbligatorio per chi viene arrestato per violenze sessuale. Addirittura contrari alla direttiva europea i Centri d’Identificazione che possono trattenere fino a sei mesi i clandestini senza identità.
Il Consiglio Superiore della Magistratura passa al setaccio il decreto sulle ronde che è anche quello contro gli stupri. Ne salva una parte molto importante, quella sui reati sessuali. Ma boccia ciò per cui il decreto è diventato famoso: le ronde.
Il documento della Sesta Commissione di cui sono relatori Fabio Roia e Claudio Volpi sarà discusso stamani dal plenum del CSM dove dovrebbe essere approvato nonostante il solito mal di pancia dei consiglieri laici. Ma la sua anticipazione ha riaperto subito lo scontro su giustizia e sicurezza e le polemiche con Lega e Pdl che non perdono occasione per accusare l’organo di autogoverno dei giudici di occuparsi di affari che non lo riguardano. “Questa improvvisa uscita non ci sorprende” attacca Roberto Cota, capogruppo alla Camera del Carroccio. “ Ormai è una costante – aggiunge – che il CSM si occupi di politica perdendo così in credibilità”. Jole Santelli (Pdl) imballa il documento come “ indebita ingerenza”. Ora, poiché il decreto deve essere convertito entro il 20 aprile, c è da immaginare che il documento del CSM farà discutere ancora molto. Anche perché il governo in questo momento è sotto un doppio attacco sul fronte giustizia: i penalisti scioperano da lunedì e andranno avanti fino a domani compreso. E’ articolato e complesso il documento della Sesta che si deve occupare di riforma giudiziaria e di amministrazione della giustizia presieduta da Livio Pepino. Una Commissione, la Sesta, destinata allo scontro quasi perenne con la maggioranza che ha una concezione più restrittiva circa gli ambiti di competenza della Commissione.
Netta la bocciatura delle ronde. Per vari motivi, il primo dei quali è che “ non si può derogare al principio che assegna all’autorità pubblica l’esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza”.
Non si può appaltare cioè una prerogativa esclusiva dello Stato come la sicurezza ad associazioni di cittadini per quanto selezionate con incarichi precisi. Non solo. “ La generalità delle previsioni contenute del decreto legge – si spiega – può provocare non solo incidenti ma anche reati con carichi di lavoro in più per le forze dell’ordine”. Esattamente quello che è già successo a Padova quando la polizia è dovuta intervenire all’improvviso per dividere una mega rissa tra ronde e centri sociali.

NO AI CENTRI D’IDENTIFICAZIONE

Applausi per le norme sullo stalking ( “colmano un vuoto”), dubbi invece sul carcere obbligatorio per chi viene arrestato per violenza sessuale perché rischia di essere anticostituzionale visto che la misura è prevista solo per reati gravissimi relativi a mafia e terrorismo. Infine la bocciatura per i Centri d’Identificazione che il Senato aveva tolto dal disegno di legge e il ministro Maroni ha voluto reinserire appena ha potuto. “ Una vera e propria detenzione amministrativa – sottolinea il documento – basata su una semplice difficoltà nell’accertamento dell’identità legale del soggetto”. E non si può arrestare una persona, privarla della libertà, solo perché non sa dire chi è o da dove viene.”

IL CASO
I Giuristi internazionali: “In Italia saranno a rischio i diritti umani”
Preoccupazione per “l’impatto negativo verso la tutela dei diritti umani” che risulterebbe se la legislazione  sulla sicurezza e l’immigrazione – ora all’esame del Parlamento – sia adottata nella forma attuale. Lo dice la Commissione Internazionale di Giuristi ( International Commission of Jurists – ICJ) che venerdì ha inviato le sue osservazioni al Parlamento italiano. L’ICJ è “preoccupata” che un nuovo reato d’ingresso e di soggiorno illegale nel territorio italiano “ criminalizzi l’immigrazione e accelleri l’espulsione degli immigrati senza le tutele ai diritti umani garantite dal Diritto Internazionale”; le nuove procedure -osservano i giuristi- potrebbero effettivamente porre degli individui a rischio di trasferimento illegittimo verso paesi dove corrano il rischio di esseri soggetti a tortura o trattamenti crudeli, inumani o degradanti o ad altre violazioni gravi dei diritti umani”. E “ la procedura penale accelerata, può negare all’imputato l’opportunità di preparare una difesa adeguata e minare le garanzie fondamentali di un processo equo.” 

Fonte: l'Unità

2 aprile 2009

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