Cosa ne sarà della cooperazione? Sparirà?
Redattore Sociale
Forlì-Cesena, la manovra toglie 20 milioni al sociale: allarme della Legacoop. Cipsi: “E’ chiaro, l’Italia non farà più cooperazione”.
Venti milioni in meno dalla manovra del governo sul sistema del welfare accreditato nella provincia di Forli’-Cesena. E Legacoop lancia l’allarme. “Il Welfare deve restare una priorita’- spiega Enrica Mancini, responsabile Welfare Legacoop…
Bologna – Venti milioni in meno dalla manovra del governo sul sistema del welfare accreditato nella provincia di Forli’-Cesena. E Legacoop lancia l’allarme. “Il Welfare deve restare una priorita’- spiega Enrica Mancini, responsabile Welfare Legacoop Forli’-Cesena- e chiediamo agli Enti locali il massimo dello sforzo affinche’ non venga penalizzato dai tagli del governo, ma continui a restare elemento qualificante del nostro territorio”.
Mancini attacca il governo ma avverte anche enti locali e Regione. Sia sul destino sia delle cooperative che svolgono servizi socio-sanitari ed educativi (cosiddette cooperative “di tipo A”), “alle prese con il nuovo sistema dell’accreditamento ma anche con appalti gia’ ora in troppi casi non rispettosi neppure dei costi del lavoro”, che su quelle che si occupano di inserimento al lavoro di soggetti svantaggiati (cooperative “di tipo B”), “la cui mission- dice Mancini- rischia di essere fortemente compromessa, con pesanti conseguenze in termini di tenuta sociale”.
“Non vorremmo che le scelte del Governo centrale si traducessero in una drastica diminuzione delle risorse per il nuovo sistema di accreditamento che la Regione Emilia-Romagna ha fatto di recente partire: abbiamo piu’ volte ripetuto che l’accreditamento e’ una scelta che la cooperazione sociale ha condiviso e in cui crede, ma che potra’ fuzionare al meglio solo se alla qualita’ richiesta si accompagneranno adeguati e certi livelli di remunerazione”.
Legacoop ritiene che “la crisi non debba essere motivo per tagli lineari al mercato della cooperazione sociale di tipo B. L’affidamento a queste cooperative sociali di tutte quelle attivita’ ‘esternalizzabili’ non deve essere valutato unicamente in termini di mero risparmio”.
Fonte: Redattore Sociale
***
Il presidente Barbera commenta i tagli previsti dalla legge finanziaria: “Continueremo a mantenere alto il nome dell’Italia attraverso la solidarietà popolare”
ROMA – “E’ chiaro che l’Italia non farà più cooperazione internazionale, se non quella delle amicizie e degli accordi commerciali”. Così ha commentato Guido Barbera, presidente di Solidarietà e cooperazione Cispi, un coordinamento di 48 ong e associazioni, i tagli previsti dalla legge finanziaria alla cooperazione internazionale. Presentato in Parlamento, il disegno di legge prevede una riduzione dei fondi pari al 45%. “Finalmente è stata data risposta a tutti coloro, autorità e cittadini, che continuavano a inviare appelli, petizioni, lettere. Le dichiarazioni trionfanti dell’Aquila, gli impegni assunti in sedi internazionali… erano semplicemente barzellette! – ha aggiunto Barbera – Oggi non si può neppure più dire o scrivere in un documento che l’Italia s’impegna nella lotta alla miseria, così non corriamo il rischio di perderci la faccia o di essere richiamati! La diplomazia, per i nostri politici, serve a non avere nemici, non a trovare accordi per risolvere i problemi. Questa non è politica! La vera politica – ha continuato – non dimentica le persone per favorire gli interessi. Per questo continueremo a mantenere alto il nome dell’Italia attraverso la solidarietà popolare e chiediamo a tutti gli italiani di ritornare alla vera politica e ai veri politici. Alle popolazioni che vivono nella miseria o in aree di conflitto, non servono bombe, ma giustizia, rispetto della dignità umana e dei diritti. Questi sono gli strumenti per costruire civiltà e sicurezza. Questi devono essere gli strumenti della politica. Nessun popolo che vive nell’ingiustizia, nella miseria, nella violazione dei diritti e della personale dignità, potrà mai essere domato e controllato. Da nessun potere e da nessun esercito! Se non dalla civiltà”.
Il disegno di legge, se confermato, farà calare il capitolo inerente alla legge sulla Cooperazione (49/1987) a 179 milioni di euro, che al netto di quanto già impegnato fa scendere l’ammontare disponibile a meno di 100 milioni.
“A che servirà avere ancora una Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo al ministero degli Affari esteri? Ma sicuramente il nostro governo – ha concluso Barbera – avrà già programmato anche questo risparmio! Tutti siamo consapevoli delle difficoltà economiche e della crisi in cui viviamo, ma questi tagli non sono dovuti alla crisi, bensì frutto di una specifica politica che ha dimenticato di dover essere al servizio di tutti i cittadini e della vita. La cancellazione della cooperazione è, infatti, la continuazione di una politica che taglia la sanità, la scuola, le attività sociali. Per questo facciamo appello a tutti i cittadini a non essere passivi nell’accettare questa politica e questi provvedimenti che riducono alla miseria interi popoli. Anche a casa nostra!”.
Fonte: Redattore Sociale
20 ottobre 2010