Cooperazione allo sviluppo allo sbaraglio
Liberazione
Tutti i tagli e i soldi mal spesi nel quarto “Libro bianco” di Sbilanciamoci. La manovra per il 2009 taglia del 56% i fondi gestiti direttamente dal Ministero degli Affari Esteri. Va aggiunto: la cancellazione dei finanziamenti all’educazione allo sviluppo e l’incredibile scelta di privilegiare per la cooperazione quei Paesi che collaborano al rimpatrio dei loro immigrati in Italia.
Fanno i conti nel bilancio dello stato, propongono una Finanziaria alternativa ogni anno dal 2000 e sono giunti anche alla quarta edizione del “Libro bianco sulle politiche pubbliche di cooperazione allo sviluppo in Italia”. La campagna Sbilanciamoci – che raccoglie una cinquantina tra associazioni, Ong, giornali – ha presentato, appunto, quel rapporto nel quale si analizzano spese, interventi, strategie della cooperazione allo sviluppo italiana. I dati sono pessimi: la manovra per il 2009 taglia del 56 % i fondi gestiti direttamente dal Ministero degli Affari Esteri. A questo taglio va aggiunto la cancellazione dei finanziamenti all’educazione allo sviluppo e l’incredibile scelta di privilegiare per la cooperazione quei Paesi che collaborano al rimpatrio dei loro immigrati in Italia. Anche gli impegni internazionali del nostro Paese continuano ad essere disattesi e ogni ipotesi di riforma della vecchia legge sulla cooperazione è finita in fondo ai cassetti della Farnesina e delle commissioni parlamentari che se ne dovrebbero occupare. Il rapporto è prodotto da gente che si intende del tema, e si vede. A tratti è quasi difficile da seguire per le sue minuzie, ma questo è uno dei pregi di una delle poche campagne in Italia che produce dati e non slogan. Nel testo ci si occupa dei finanziamenti bilaterali – ovvero quelli direttamente spesi in Paesi terzi – che di quelli multilaterali – che sono quelli spesi attraverso le istituzioni internazionali come il Fondo monetario o l’Onu che questi decidono come spendere. Analizzando i dati sull’aiuto genuino (al netto della parte per cui si taglia il debito) del 2007 ci si accorge che l’Italia non supera lo 0,16 % del PIL. Un dato molto negativo che va relativizzato considerando che nel 2006 l’Italia era riuscita a fare anche peggio, dedicando all’aiuto genuino solo lo 0,11 % del PIL. Se guardiamo alla programmazione per gli anni a venire, c’è da registrare che nel Dpef 2008-2011 – che va ricordato, è stato scritto prima della crisi dei subprime – non c’è un miglioramento del rapporto Aps/Pil, che anzi registra una seppur minima regressione dallo 0,20 % allo 0,19 %. Non è dunque la crisi economica a produrre il taglio, ma un certo disinteresse nei confronti del tema dello sviluppo. Del resto, i segnali lanciati dal governo in carica sembrano indicare una direzione precisa: un crescente disimpegno dello Stato accompagnato da una maggiore partecipazione delle imprese, trasformando di fatto la cooperazione in un semplice strumento della politica commerciale o militare. Tale disimpegno risulta evidente dalle disposizioni della Finanziaria 2009 che prevedrà una diminuzione della disponibilità finanziaria dai 732 milioni di euro previsti per il 2008 ai 321 previsti per il 2009; se non si stanzieranno dei finanziamenti straordinari, il prossimo anno alla cooperazione italiana di avviare alcuna nuova iniziativa.
Fonte: Liberazione
17 dicembre 2008