Contro la pena di morte s’illuminano oltre 1200 città
Redattore Sociale
Torna l’iniziativa “Città per la vita”, lanciata nel 2002 dalla Comunità di Sant’Egidio e oggi sostenuta dalle principali associazioni internazionali per i diritti umani.
ROMA – Oltre 1200 “Città per la vita” nel mondo illuminano un monumento-simbolo contro la pena di morte per dichiarare la loro adesione all'iniziativa "No justice without life", il 30 novembre, in ricordo dell’anniversario della prima abolizione della pena di morte ad opera di uno stato europeo, il Granducato di Toscana, nel 1786. La prima Giornata mondiale delle “Città per la vita-Città contro la Pena di morte” è stata lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio nel 2002 ed è oggi sostenuta dalle principali associazioni internazionali per i diritti umani, raccolte all'interno della World Coalition Against Death Penalty (tra cui Amnesty International, Ensemble Contre la Peine de Mort, International Penal Reform, Fiacat). Tra le capitali coinvolte Roma, Bruxelles, Madrid, Toronto, Berlino, Barcellona, Città del Messico, Buenos Aires, Puerto Rico, Austin, Antwerpen, Vienna, Parigi, Copenhagen, Stoccolma, Bogotà, Santiago del Cile, Abidjan, Lomé, Conakry, Maputo, Windhoek, Dakar, Praia, Napoli, Firenze, Reggio Emilia, Venezia. Illuminati il Colosseo a Roma, Plaza de Santa Ana di Madrid, l'Obelisco centrale di Buenos Aires, l’Atomium di Bruxelles, la Piazza della Cattedrale di Barcellona. Tra le iniziative di oggi alle ore 15.30 la conferenza internazionale “Dalla moratoria all’abolizione della pena capitale” che mette a confronto testimoni dai diversi continenti, anche con collegamenti da Abidjan, Kigali, Barcellona e Parigi. Tra i presenti Delbert Tibbs, americano ex condannato a morte, e Bill Pelke dell’Associazione parenti di vittime negli Usa.
Dalla prima iniziativa molto è cambiato. “L’approvazione, negli ultimi due anni, di due Risoluzioni per una moratoria universale della pena capitale all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, – sottolinea l’organizzazione – confermano un sentimento mutato del mondo per una nuova soglia, più alta, di rispetto dei diritti umani”. Quasi 40 paesi negli ultimi dieci anni sono passati al fronte abolizionista e si assiste a uno spostamento anche nell’opinione pubblica americana, come testimoniano i dibattiti in occasione della liberazione dei sempre nuovi innocenti già condannati a morte, le proposte di legge per una moratoria o l’abolizione a livello di singoli stati federali, come avvenuto nel 2009 da parte del New Mexico. L’Europa, come è noto, ha un ruolo trainante su questo terreno.
Fonte: Redattore Sociale
30 novembre 2009