Città d’Europa, impegno solidale e di vicinanza
Ufficio stampa della Provincia autonoma di Trento
Flavio Lotti: “nel groviglio di crisi e per condividere un futuro comune andremo a Gerico, nel punto piú basso della terra, per riflettere su come risalire, su come cambiare la prospettiva”.
“Insieme possiamo farcela e dobbiamo farcela”. Sono suonate anche come risposta al barbaro attentato di Brindisi – arrivato a stendere un velo di tristezza all’Auditorium dell’Arcivescovile a Trento, questa mattina – le parole usate da Lia Giovanazzi Beltrami, assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza, nel chiudere la conferenza “Sulle orme di La Pira. Le città d’Europa per la pace in Medio Oriente”, appuntamento di Officina Medio Oriente che ha chiamato al dibattito e al confronto – coordinato da Elisa Marincola, giornalista, Rainews – esponenti di primo piano di quella rete europea delle città – 1.500 gli organismi coinvolti – da anni impegnata in un cammino di solidarietà e promozione della pace. All’invito della Provincia autonoma di Trento hanno risposto Flavio Lotti, direttore del Coordinamento Nazionale Enti locali per la Pace e i Diritti Umani; Claude Nicolet, presidente della Rete Cooperazione Decentrata con la Palestina (Francia); Felipe Llamas, direttore reti internazionali FAMSI (Spagna) e Bruno Cooren, responsabile della cultura e delle relazioni internazionali della città di Dunkerque (Francia). Insieme hanno tracciato le coordinate di un impegno europeo che proprio a Trento – in questi giorni con Officina Medio Oriente ma anche con la fitta rete rete di associazioni e volontari – ha ormai trovato un suo punto di riferimento. Un ruolo riconosciuto oggi da tutti i relatori. “Perché una cosa è certa – ha concluso l’assessore – ed è che una comunità solidale produce una società dove si vive meglio. Il Trentino è uscito dalla povertà con la cooperazione e la solidarietà. Per questo sabato scorso eravamo a Palermo, nell’aula bunker dell’Ucciardone, per un convegno su democrazia e libertà. Oggi, mentre arriva la terribile notizia di Brindisi, ecco dunque che vent’anni dopo un nuovo tempo si apre. Attorno a noi, ed oggi qui riunita, una rete di territori che non si stancano di camminare. Esserci è la prima forma per assumerci responsabilità, a partire da ciascuno, dalle famiglie, dal proprio Comune. Dirlo oggi, sapendo di quel che è successo in Puglia, ha un senso ancora maggiore: no alla violenza, sì all’ascolto, sì alla riconciliazione”.
“Città ed impegno”, dunque, il confronto di oggi per Officina Medio Oriente: e di “vera officina si tratta” ha ricordato l’assessore Giovanazzi Beltrami nell’elencare il confronto continuo, i 1.500 giovani finora coinvolti, l’incontro delle 350 donne rurali e quello, assai inteso, delle otto donne di cinque religioni diverse. Ha poi letto il messaggio del ministro degli esteri, Giulio Terzi: “Il risveglio del mondo arabo è sfida ed opportunità storica per Italia che può svolgere un ruolo di grande importanza”.
Quindi le quattro relazioni.
Flavio Lotti, direttore del Coordinamento Nazionale Enti locali per la Pace e i Diritti Umani ha parlato della politica internazionale delle città, del fare i conti con la responsabilità, proprio grazie a chi ha saputo tessere fili delle responsabilità, del perché dell’impegno non solo locale delle istituzioni locali. Lo ha fatto ricordando una figura storica, quella del sindaco di Firenze, La Pira, alfiere – allora solitario, oggi riconosciuto in tutto il mondo – di un mandato che non si esauriva all’interno dei propri confini. Quel suo “fare dal basso” è oggi riconoscere come la stessa Europa assegni agli enti locali un ruolo importante, “diplomatico”, di soggetti che agiscono insieme e per conto della comunità. La pace – ha aggiunto – è l’unica strada per cui impegnarsi e le ragioni per questo impegno oggi sono ancora più forti di quelli di la Pira. “Perché non solo di valori etici e morali si tratta, ma di ragione storica, di risposte concrete”. Ha concluso con un significativo “insistere insistere insistere” ed ha annunciato che in autunno, coerenti con la proposta di ripartire costruendo vicinanza alle vittime in un momento drammatico della storia, ci sarà una grande missione di pace in Medio Oriente: “nel groviglio di crisi e per condividere un futuro comune andremo a Gerico, nel punto piú basso della terra, per riflettere su come risalire, su come cambiare la prospettiva”.
Claude Nicolet, presidente della Rete Cooperazione Decentrata con la Palestina (Francia) ha parlato di prospettive importanti e irreversibili, di necessaria riflessione sul ruolo degli Stati, sul come migliaia di enti locali, coordinati, possono esercitare strategia di influenza. Essenziale resta il dialogo, certamente complicato e con molte diffidenze su cui lavorare. Palestinesi e israeliani – anche quelli che hanno a cuore una soluzione pacifica – sono lucidi nel confronto ma il bilancio, dopo dieci anni di esperienza della Rete, è quello di un ruolo sempre piú importante degli enti locali e delle città in particolare.
Felipe Llamas, direttore reti internazionali FAMSI (Spagna), ha fatto i complimenti al Trentino per il suo impegno e ha ribadito i capisaldi della cooperazione internazionale, dell’azione umanitaria, della sensibilizzazione ed educazione. L’azione internazionale dei governi locali è oggi molto importante nella crisi e va tenuta alta “la bandiera dell’azione pedagogica per una forte difesa della solidarietà. Io vengo da Cordova e non dimentico che il massimo splendore della mia città è coinciso con l’incontro di tre culture e tre religioni. Il dialogo dei popoli é la cosa piú importante, siamo coscienti del ruolo secondario della nostra diplomazia ma la società civile è il primo interlocutore, dobbiamo lavorare insieme, in una Rete europea, in una visione di speranza”. Infine, quasi uno slogan: “Di fronte alla crisi, nessun passo indietro sulla solidarietà”.
Bruno Cooren, responsabile della cultura e delle relazioni internazionali della città di Dunkerque (Francia), ha espresso ammirazione per una “sensibilità comune che è forse tipica in particolare delle zone di confine. E’ così nella mia città, è così in Trentino. Dobbiamo puntare su formazione ed informazione, in un lavoro di networking diffuso a rete. Noi e poi la città di Lille abbiamo lanciato due progetti, EuroGaza ed EuroNablus, azione efficace di solidarietà e vicinanza per far sentire la voce europea sulla pace in Medio Oriente. Perché le radici storiche del problema Medio Oriente stanno in Europa e noi dobbiamo lavorare per una mappatura del ruolo degli enti locali in questo contesto”.
Fonte: http://www.uffstampa.provincia.tn.it
19 Maggio 2012