Chiusure, promesse e casse vuote. Un anno amaro per il non profit
Redattore Sociale
IL 2012 DEL SOCIALE. Dalla mancata stabilizzazione del 5 per mille, alla chiusura dell’Agenzia per le onlus; dalla minaccia dell’aumento dell’Iva per le cooperative (slittata al 2014), alla cooperazione internazionale senza soldi. Un bilancio magro.
L’aumento dell’Iva per le cooperative sociali (non del tutto scongiurato ma rinviato al 2014); la soppressione definitiva dell’Agenzia del Terzo settore e quella dell’Osservatorio del volontariato (che però dovrebbe essere ricostruito a breve), la mancata approvazione della legge che avrebbe dovuto stabilizzare il 5 per mille; le conferenze nazionali su volontariato e cooperazione internazionale che lasciano l’amaro in bocca. Il 2012 non è stato un anno facile per il terzo settore e il mondo del volontariato. Ripercorriamo le tappe più significative.
Iva e 5 per mille
Un allarme rientrato, ma non del tutto scongiurato. La proposta di aumentare del 10% l’Iva
alle cooperative sociali inserita, e poi tolta, dal testo del ddl Stabilità, prevede uno slittamento al 2014. Ma l’ipotesi non piace al mondo delle cooperative, che chiede unanime lo stralcio del testo. In caso contrario a farne le spese sarebbero soprattutto gli enti locali e in parte le famiglie. Ad aumentare non sarà, infatti, l’Iva su tutte le attività svolte dalle cooperative sociali, ma unicamente quella sulle prestazioni socio-sanitarie, socio-assistenziali e socio-educative rese dalle cooperative sociali di tipo A (quelle di tipo B sono invece per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati). Speranze appese al un filo anche per la stabilizzazione del cinque per mille, che sembrava dover essere approvata a breve. La legge delega di riforma fiscale è infatti tornata all’esame della Commissione, per un ulteriore esame. E si fanno sempre più rare le possibilità di un esito positivo in questo ultimo squarcio di legislatura.
Agenzia terzo settore e osservatorio volontariato
Anche sul fronte degli enti di rappresentanza il 2012 è stato un anno di tagli. La decisione più importante è stata la chiusura dell’Agenzia del terzo settore (già Agenzia per le onlus) a febbraio scorso. Le sue funzioni sono state inglobate all’interno del ministero del welfare. Una decisione che ha fatto molto discutere, soprattutto perché l’ente aveva una funzione di controllo e vigilanza delle attività delle onlus, oltre che di promozione. “L’elemento della terzietà andrà a scomparire” ha ribadito più volte il suo ex presidente Stefano Zamagni. Sorte diversa per l’Osservatorio del volontariato, anch’esso soppresso per via della spending review, “ma che abbiamo deciso di riaprire – ha spiegato il sottosegretario Maria Cecilia Guerra – si dovrà seguire l’iter normale con il passaggio al Consiglio di stato e alle commissioni di merito, ma la sua riapertura è comunque imminente. Sarà un organismo ancora più rappresentativo”. Anche in questo caso non si sa se l’organismo vedrà la luce prima della fine della legislatura. Sono stati soppressi, inoltre, il Comitato per i minori stranieri, la Consulta per i problemi degli stranieri immigrati, la Commissione di indagine sull’esclusione sociale e l’Osservatorio di promozione sociale. Quest’ultimo, nella volontà del ministero, dovrebbe essere ripristinato.
La Conferenza nazionale del volontariato
Il 2012 è stato l’anno della Conferenza nazionale del volontariato, che si è svolta simbolicamente a L’Aquila (5-7 ottobre). Un appuntamento atteso dal 2007 – se pur previsto per legge ogni tre anni – a cui il mondo del volontariato è arrivato in tensione, sotto il peso della crisi e della spending review. Forti i dissensi per la scelta del governo di eliminare anche alcuni presidi di rappresentanza del sociale, tra cui i citati Osservatorio e Agenzia per le onlus. Dissensi che hanno messo in dubbio perfino lo svolgimento della conferenza. Da L’Aquila il mondo associativo è uscito apparentemente rafforzato da richieste comuni e da un decalogo di impegni e istanze, elencate in una “Lettera al paese”, in cui si è detto pronto a lavorare a fianco delle istituzioni per affrontare la crisi nella cura dei beni comuni e nella difesa dei diritti dei più deboli. Da questo appuntamento i volontari e le organizzazioni si aspettavano molto. Ma la loro forte presenza, circa 800 persone da tutta Italia, non è stata corrisposta da quella delle istituzioni. Assenti molti degli interlocutori degli enti locali e i ministri (tranne la Fornero in apertura) a cui questo mondo avrebbe voluto parlare su temi comuni: la gestione dei servizi, la non autosufficienza, i lea e i lep. La stessa Imu contro cui oggi le associazioni tornano a mobilitarsi.
Cooperazione internazionale, tra casse vuote e “sponsor imbarazzanti”
“Le mie dotazioni per il sostegno economico delle ong per il 2012 sono pari a zero”. La dichiarazione di Emilia Gatto, responsabile della cooperazione internazionale alla Farnesina, è arrivata a due giorni dall’apertura della Conferenza nazionale sulla cooperazione allo sviluppo, svoltasi a inizio ottobre a Milano. Una doccia fredda che ha frenato le già scarse aspettative delle associazioni.
La conferenza ha poi aperto con alcuni sponsor “scomodi”: la presenza di Eni, Microsoft e Intesa San Paolo ha attirato già in apertura le critiche di 12 ong, che nel documento “Cooperazione No logo” hanno scritto: “Siamo stupiti dal fatto che parte dell’organizzazione sarà pagata da sponsor che hanno ripetutamente violato i diritti umani e calpestato i valori della cooperazione che vorremmo”. Il ministro Riccardi ha difeso così la sua scelta: “E’ giusto che le associazioni abbiano detto quello che si sentivano di dire. Io però dovevo trovare il modo per farlo questo Forum”. Era proprio l’unica azienda che poteva sostenere quest’iniziativa? “Non sono stato capace di trovarne altre”. Da parte sua l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, dal palco del Forum ha dichiarato che la “cooperazione è alla radice del successo di Eni in Africa”.
Non è un funerale, ma…
“Non abbiamo celebrato un funerale”: in conclusione del forum il ministro Riccardi ha auspicato la modifica della legge 49 sulla cooperazione: “Credo sia importante, ma non va fatta di fretta. Non riguarda me né questo governo che tra pochi mesi andrà a terminare. Sono convinto che serva un ministro della Cooperazione, non perché voglia continuare, ma perché la scelta di un ministro è una scelta politica”. A conclusione del Forum, le ong hanno stilato il bilancio riportando l’attenzione sulla mancanza di fondi: “Il rilancio degli aiuti non può essere ancora rinviato. Il sostegno che Napolitano e Monti hanno manifestato non può essere disperso e deve essere rapidamente tradotto in precisi atti di governo e del parlamento”.
Intanto, nel triennio 2008-2011 gli stanziamenti del ministero degli Affari esteri per la cooperazione internazionale hanno registrato complessivamente un taglio del 78%. Sono passati da 732 milioni di euro nel 2008 a 326 nel 2010, per poi ridursi nel 2011 a 172 milioni (gennaio) e 158 (giugno). Nonostante le promesse del governo, l’Italia resta in ultima posizione tra tutti i paesi Dac (Comitato di aiuto allo sviluppo) dell’Ocse per quanto riguarda il “divario” che la separa dall’obiettivo stabilito dalle Nazioni Unite di investire lo 0,7% del Pil in Aps entro il 2015. (ec, ab, cch)
Fonte: www.redattoresociale.it
20 dicembre 2012