"Cercasi posti di lavoro": un progetto contro lo sfruttamento minorile


Stefano Pasquali, Corriere dell'Alto Adige


Una buona pratica che coinvolge 18 scuole e 80 studenti altoatesini per sostenere un progetto in India contro lo sfruttamento del lavoro minorile. L’idea nasce in Danimarca dove ogni anno gli studenti raccolgono 1 milione di euro per progetti di cooperazione.


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"Cercasi posti di lavoro": un progetto contro lo sfruttamento minorile

BOLZANO – «Cercasi posti di lavoro» è lo slogan nonché l'invito indirizzato agli studenti da «Operation Daywork», un'associazione senza scopo di lucro, organizzata completamente da studenti delle scuole superiori altoatesine. Ogni anno scolastico, l'associazione, tramite gli stessi studenti, sceglie e finanzia un progetto di cooperazione allo sviluppo in un paese del Terzo Mondo.

Quest'anno 80 studenti di 18 scuole altoatesine hanno scelto un progetto in India per sostenere la battaglia contro il lavoro minorile.

«Operation Daywork è un progetto nato in Danimarca 20 anni fa. – ha spiegato Nikolaus Bachmeier – Ogni anno gli studenti danesi raccolgono più di 1 milione di euro per sostenere progetti nei paesi in via di sviluppo. Obiettivo principale dei progetti è promuovere il diritto all'educazione e alla salute delle popolazioni marginalizzate, in particolare adolescenti».

«Dal primo Aprile al 6 maggio si svolgerà la nostra campagna di sensibilizzazione, che ha come fine quello di informare gli studenti sui contesti sociali, culturali, economici e politici – ha aggiunto Thomas Huck -. Verranno messi a disposizione materiali didattici, esperti dall'India visiteranno le scuole superiori. Il 7 maggio avrà luogo il "Giorno di Azione". Durante questa giornata ogni studente ha la possibilità di scambiare i banchi di scuola per un posto di lavoro. Alla fine della "Giornata d'Azione", il datore di lavoro verserà sul conto corrente di Operation Daywork l'offerta minima di 41 euro. Il denaro raccolto andrà a sostenere il progetto di cooperazione di quest'anno, denominato "Cuccioli di calce"».

Giulia Fellin è stata in India, è stata lei a spiegare il nome del progetto: «Nel distretto di Pidiguralla, nel sud-est dell'India, 17 villaggi dipendono quasi totalmente dal lavoro nelle cave di pietra calcarea.

Gli obiettivi del progetto sono quelli di riabilitare i bambini lavoratori, rendendoli liberi, migliorare la situazione economica delle famiglie, insegnare un mestiere a circa 100 adolescenti in sei centri residenziali di formazione in modo da rendere la popolazione di Pidiguralla autonoma ed in grado si autosostenersi».

FONTE: CORRIERE DELL'ALTO ADIGE

PUBBLICATO 3 MARZO 2008

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