Caso mense a Lodi, condannato il Comune
Avvenire
Il Tribunale di Milano accoglie in pieno le istanze delle famiglie rappresentate da Asgi e Naga: «Il Regolamento voluto dal sindaco è discriminatorio, va modificato». Contestazioni in Consiglio.
Un «atto discriminatorio». Che va «modificato» immediatamente, ripristinando lo stato originale delle cose. Si chiude con la piena condanna del Comune la vicenda delle mense vietate ai bimbi stranieri di Lodi. L’attesa sentenza del Tribunale di Milano è arrivata poco fa e accoglie in pieno le istanze delle famiglie rappresentate dalle associazioni Asgi e Naga.
Il Comune dunque dovrà fare marcia indietro sul Regolamento finito al centro delle polemiche nelle ultime settimane, e in base alle cui modifiche i cittadini non appartenenti all’Unione Europea, per accedere a prestazioni sociali agevolate, avrebbero dovuto produrre la certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato di origine (corredata di traduzione in italiano legalizzata dall’Autorità consolare italiana). Atti difficilissimi da reperire per molte famiglie, e la cui mancanza di fatto avrebbe significato l’esclusione dei piccoli dalle agevolazioni previste per l’accesso alle mense negli asili. Non succederà. A questi cittadini «va consentito – scrive il Tribunale di Milano – di presentare la domanda in questione mediante la presentazione dell’Isee alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione Europea in generale».
Di più. Anche le “linee guida” che il Comune di Lodi ha varato a metà ottobre, dopo che era esploso il caso sui media, non hanno eliminato «gli effetti di un provvedimento che introduce una disparità di trattamento» scrive il Tribunale di Milano nell’ordinanza con cui ha accertato l’iniquità del Regolamento, ordinando all’amministrazione comunale di modificarlo. Con quelle “Linee Guida per la corretta applicazione” di un articolo del regolamento emanate il 17 ottobre scorso, spiega il giudice Di Plotti, «il Comune ha esteso il regime di favore previsto per i rifugiati anche a tutti coloro che provengano da Paesi in stato di belligeranza». Secondo il giudice, però, «si tratta in ogni caso di previsioni tese a limitare, ma non a eliminare, gli effetti di un provvedimento che introduce una disparità di trattamento». Provvedimento emesso da un’autorità «che non ha il potere di assumere decisioni in proposito (dunque nemmeno di stabilire in che termini i loro effetti possano essere temperati) e che non risponde a canoni di ragionevolezza».
Prima che in Tribunale, a Lodi aveva vinto la macchina della solidarietà. In poche ore la raccolta fondi messa in piedi dal Coordinamento Uguali Doveri, nato per offrire solidarietà alle famiglie straniere di Lodi in protesta contro il nuovo regolamento comunale che impedisce a centinaia di bambini stranieri di utilizzare la mensa e gli altri servizi, aveva raccolto 60mila euro. Tanti da garantire pasti per tutti fino a Natale. La cifra, poi, aveva raggiunto la quota record dioltre 140mila euro donati. E proprio il Coordinamento è intervenuto subito a commento della sentenza: «È una grande sconfitta dell’amministrazione di centrodestra del Comune di Lodi, guidata dalla Lega Nord, che in modo testardo ha creato un caso di discriminazione che è diventato di interesse nazionale». I
l gruppo di attivisti ha invitato tutti a partecipare al grande festeggiamento che si terrà dalle 20.15 stasera in Piazza Broletto a Lodi.
Contestazione questa sera, nel Consiglio comunale a Lodi, sul caso mense dopo la sentenza del tribunale di Milano dopo che il Tribunale di Milano ha accertato la «condotta discriminatoria» sul caso del servizio mensa dal quale sono stati esclusi di fatto alcuni bambini stranieri e ha ordinato di «modificare il Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate».
«Finitela con questa storia e adeguatevi alla sentenza – ha affermato il consigliere di opposizione Stefano Caserini – E tirate fuori di tasca vostra i 7 mila euro del vostro avvocato e i 5mila decisi a risarcimento dal giudice perché non voglio nemmeno pensare che questi soldi li debbano tirar fuori i lodigiani. E chiedo che arrivino scuse formali da tutta la Giunta. Non avete preso in giro solo noi consiglieri ma tutta la città».
A questo punto, quando ha preso la parola l’assessore ai Servizi sociali Sueellen Belloni anche per difendere l’operato del Comune, le tante persone che per festeggiare la sentenza si erano riunite sotto il Comune e poi sono salite in aula, hanno iniziato a urlare «vergogna» e a applaudire quando la minoranza zittiva la maggioranza. Tanto che il presidente del Consiglio comunale ha dovuto ammonire che avrebbe fatto sgomberare l’aula se questo atteggiamento fosse andato avanti. La gente è ritornata tutta sotto i portici del Comune. Qui, a attenderli, l’avvocato Alberto Guariso, che ha vinto il ricorso in Tribunale e che con loro, per festeggiare, ha aperto una bottiglia di spumante.
Avvenire
13 dicembre 2018