Caro sindaco di Cesena…


Piero Piraccini


E’ tempo di difficili scelte perché occorre rispondere alle esigenze di cittadini sempre più impoveriti da un sistema economico ingiusto che non si merita di dare in base ai bisogni anzi si comporta esattamente al contrario visto che auto e barche di lusso non vedono alcuna crisi.


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Caro sindaco di Cesena...

Caro Sindaco di Cesena…
…che eri presente – alcuni sabati fa – alla marcia per i diritti degli immigrati, che amministri una città appartenente agli Enti Locali per la Pace, che vivi –come noi- l’anno del 60° anniversario dei Diritti Umani e della Costituzione Italiana. E che hai approvato una delibera che modula il diritto alla casa in base alla residenza (se sei un immigrato, a parità di bisogno hai meno diritti di uno che, invece, a Cesena è nato)…Ecco, caro Sindaco, questo è il punto.
Viviamo tutti, chi più chi meno, – almeno noi che rappresentiamo la stessa classe sociale, perché per altri non v’è problema – tempi grigi per le prospettive incerte che abbiamo davanti mentre, per altri ancora, i tempi sono decisamente neri perché anche le loro prospettive hanno lo stesso colore.
E sono sempre più difficili le scelte da parte di chi amministra perché le risorse del Governo sono sempre di meno, intendo quelle a favore dei cittadini perché, invece, nei confronti degli armamenti (dirai che è la mia fissa) non c’è problema a cofinanziare progetti costosissimi per costruire navi da guerra e tornado da combattimento. Ne sono partiti giusto quattro la settimana scorsa per l’Afghanistan, perché lì manca la democrazia e chissà che un po’ di bombe non servano a far rinsavire quel popolo ingrato.
E’ tempo di difficili scelte perché occorre rispondere alle esigenze di cittadini sempre più impoveriti da un sistema economico ingiusto che non si perita di dare in base ai bisogni anzi si comporta esattamente al contrario visto che auto e barche di lusso non vedono alcuna crisi. Come le case di lusso. E queste difficoltà, se non sono ricondotte a ragione da una politica lungimirante (una volta avrei detto di sinistra), rischiano di mettere tutti contro tutti, di disgregare il tessuto sociale sulla cui tenuta ogni comunità misura il proprio grado di civiltà.
Alcune settimane fa, io e il tuo assessore alla Pace abbiamo partecipato ad un seminario nazionale che si proponeva di individuare i contenuti della costruzione (addirittura) di una città per la Pace ed i Diritti Umani. Si è detto che le città sono i luoghi di vita in cui si coniugano i diritti e le responsabilità d’ogni persona, e che la pace ed i diritti umani sono mestieri degli Enti Locali. Forse che la nostra Costituzione non dice che “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale che, limitando, di fatto, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”?  
E la nostra Costituzione vale per tutti perché “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, d’opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Dunque, perché una delibera simile che, invece, le differenze le fa? E come se le fa.
Mancano case a prezzi adatti per chi ha lavori stabili, figurarsi la situazione di chi, invece, un lavoro proprio non l’ha. Mancano finanziamenti pubblici per costruire case economiche e popolari (come si diceva) per cui è quasi avventato dividersi per una graduatoria che, se va bene, risponde al 6% delle richieste mentre il prossimo anno – sembra – non risponderà a nessuno perché Cesena non avrà alcun alloggio pubblico da assegnare. Che senso ha, dunque, assumere una decisione che divide la tua Giunta su un principio che, se esteso, può significare uno stato sociale differenziato a secondo della provenienza del cittadino interessato?
E poi: come può essere che il tuo partito approvi a Cesena – e non solo a Cesena – ciò che boccia in Europa? Sì, perché alcuni giorni fa la deputata Donata Gottardi (Pd-Pse), con un’interrogazione, ha rilevato come “contrari al principio d’uguaglianza” ben quattro articoli della legge 133 (la Finanziaria) di cui uno stabilisce che destinatari degli aiuti sul Piano Casa possano essere solo “immigrati…residenti da almeno 10 anni nel territorio nazionale o da almeno 5 anni nella medesima regione”. E la commissione giustizia europea, fatto notare all’Italia che la norma è discriminante e, pertanto, contraria al diritto comunitario, le chiede chiarimenti che, se non forniti, la porteranno ad essere condannata dalla Corte di Giustizia europea.   
Forse è una delibera che intende parlare alla “pancia” di molti cittadini, non solo votanti del centrodestra ché le differenze sembrano assottigliarsi pericolosamente. Ma lungo questa strada non si raccoglierà nulla perché la destra sarà sempre più brava a parlare alle “pance” degli elettori. Di questo passo, però, non potrà mai avverarsi il desiderio di Ernesto Balducci cui è dedicato il centro per la pace che tu ben conosci: “E’ necessario un patto per sostituire l’esclusione con l’accoglienza, l’individualismo con la solidarietà, la separazione con la condivisione, l’arricchimento con la ridistribuzione. Le città sono chiamate a questa grande, pacifica rivoluzione”.
Di questo passo potrai continuare, ogni 10 Dicembre, a consegnare il premio  
 “Cesena città della pace” a chi l’ha meritato, ma con un neo e, si sa, alcuni nei possono diventare pericolosi.    
 
Articolo di Piero Piraccini

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