Campo nomadi sgombrato a Roma. Il Cnca: "Un’emergenza infinita!"
La redazione
Il 30 ottobre la Polizia Municipale , su mandato del Comune di Roma, ha effettuato un intervento presso il Villaggio attrezzato di via dei Gordiani nel corso del quale sono stati allontanati dall’insediamento quattro nuclei familiari e demoliti sei moduli abitativi. "Sono necessari percorsi di integrazione sociale".
Il giorno 30/10/07 la Polizia Municipale, su mandato del Comune di Roma, ha effettuato un intervento presso il Villaggio attrezzato di via dei Gordiani nel corso del quale sono stati allontanati dall’insediamento quattro nuclei familiari e demoliti 6 moduli abitativi. L’operazione, giustificata dalla necessità di contrastare in modo efficace il diffondersi nell’insediamento stesso di attività illegali, suscita, tuttavia, una serie di perplessità che brevemente vogliamo qui richiamare:
1) La responsabilità di chi compie un reato è nel nostro Paese soggettiva e non estensibile al suo intero nucleo familiare. In questo senso riteniamo privo di ogni fondamento l’allontanamento dal villaggio dei minori e di quanti, all’interno delle famiglie obbligate ad abbandonare il campo, non abbiano personalmente contravvenuto alla legge.
2) Le ingiunzioni di allontanamento sono state consegnate alle famiglie solo un giorno prima dello sgombero, non consentendo alle stesse di provvedere ad una sistemazione alternativa e al recupero delle proprie cose.
3) La demolizione di moduli abitativi in condizioni di abitabilità, infine, ci sembra del tutto immotivata su un piano strettamente razionale oltre che uno spreco di risorse pubbliche. Gli stessi moduli, una volta liberati dai loro occupanti, avrebbero potuto essere assegnati ad altre famiglie già presenti al campo e costrette in container troppo piccoli, o ad altre famiglie in attesa di una sistemazione nei villaggi attrezzati del Comune di Roma.
In definitiva, pur ritenendo necessario intervenire per il ripristino della legalità nell’insediamento, condizione necessaria questa per garantire una civile convivenza tra la comunità rom e il quartiere, vogliamo ribadire la necessità che tali interventi seguano criteri di buon senso e le normali procedure previste per tutti gli altri cittadini attraverso l’applicazione delle sanzioni solo nei confronti di chi delinque.
L’emergere con forza dell’allarme sicurezza, reale o percepita, nella nostra città non deve distogliere l’attenzione dalla vera centralità che soprattutto per Roma rimane l’affermazione dei diritti per i più deboli e delle politiche di coesione sociale.
Troppo tempo si è atteso per dar vita a interventi strutturali rivolti alla popolazione Rom che siano in grado di contrastare le degenerazioni di comportamenti illeciti e allo stesso tempo produrre percorsi di integrazione sociale.
Ci sembra arrivato il momento di investire fortemente in atti concreti che favoriscano processi di coesione sociale invertendo la tendenza attuale che privilegia in modo quasi esclusivo l’attività repressiva, che peraltro non sembra dare i frutti sperati.
Roma 30 ottobre 2007
CNCA Lazio