Cairo, Polizia militare spara: 3 morti e 100 feriti
NEAR EAST NEWS AGENCY
E’ stata pesante la reazione dei soldati al tentativo dei dimostranti di superare gli sbarramenti intorno al ministero della difesa. Oggi prosegue la protesta di chi chiede l’uscita di scena immediata della Giunta militare.
A meno di tre settimane dalle elezioni presidenziali, l’Egitto è di nuovo precipitato in una spirale di violenza. Potrebbe ripetersi anche oggi la battaglia che ieri ha visto di fronte la polizia militare (nota per la sua durezza) e manifestanti in piazza Abbaseya, nei pressi del ministero della difesa, sede della giunta militare al potere dall’11 febbraio 2011 dopo la caduta di Hosni Mubarak. Giunta alla quale i dimostranti chiedono di lasciare subito il potere. Secondo testimonianze, gli scontri sono cominciati quando manifestanti appartenenti a gruppi politici diversi – in maggioranza salafiti che protestano per l’esclusione dalla competizione del loro candidato Hazem Abu Ismail, ma anche attivisti dei movimenti 6 Aprile e Coalizione della Rivoluzione – hanno cercato di superare la barriera di filo spinato che i militari avevano sistemato ai bordi della piazza. A quel punto la polizia militare ha risposto con una durezza sproporzionata. I morti sarebbero tre, due dimostranti e un soldato, ma la notizia non ha ancora avuta conferma definitiva. I feriti sono oltre cento. Gli arrestati sono oltre 170, catturati in prevalenza nei pressi della moschea al Nour.
Gli scontri sono avvenuti a due giorni di distanza da altri incidenti nella stessa piazza con un bilancio ufficiale di 12 morti (almeno 20 secondo altre fonti) e centinaia di feriti. La tensione è alle stelle, tanto che il Consiglio Supremo delle Forze Armate la scorsa notte ha imposto il coprifuoco nella zona degli scontri che è terminato questa mattina alle 7.
Sul significato dell’accaduto non ha dubbi lo scrittore egiziano Alaa Aswani, in questi giorni in Italia per ritirare il premio Terzani, che ha parlato di un ennesimo tentativo di «fermare il cambiamento e la rivoluzione dle 25 gennaio» che ha costretto il rais Hosni Mubarak a farsi da parte dopo 30 anni. Aswani, autore del best-seller “Palazzo Yacubian” e di un recente libro proprio sulla rivoluzione, è convinto che in Egitto «il vecchio regime è ancora al potere anche senza Mubarak», e che il Consiglio militare che governa il paese è formato da generali nominati da Mubarak. Allo stesso tempo lo scrittore si è detto moderatamente ottimista, convinto che l’Egitto avrà una «democrazia reale», in cui «l’esercito sarà sottoposto a un controllo eletto dal popolo, che abbia il potere di cambiare il ministro della Difesa». Condizione che, dice Aswani, nonostante le promesse dei militari di cedere il potere ai civili dopo le elezioni presidenziali, non è ancora costituzionalmente garantita.
Fonte: http://nena-news.globalist.it
4 Maggio 2012