Buon anno Gaza
Vittorio Arrigoni
Con l’ultima vittima civile, si chiude un anno drammatico per la Striscia: 59 palestinesi uccisi, 24 di loro civili.
Quasi a voler sfruttare il periodo delle feste di fine anno e il letargo dei media verso questo lembo di terra martoriato, continua l'escalation di attacchi israeliani ai civili di Gaza.
Lunedì notte navi da guerra israeliane hanno assaltato un peschereccio palestinese, mentre questo si trovava a navigare dinnanzi a Beit Lahya, a nord della Striscia, in acque legalmente riconosciute essere di Gaza. Sequestrata l'imbarcazione e rapito l'intero l'equipaggio di sei pescatori. I pescatori sono stati rilasciati il giorno stesso, mentre il peschereccio, di proprietà del pescatore Abd Al Salam Al Hessi, rimane confiscato dalla marina militare israeliana, con immenso danno dei lavoratori palestinesi che non hanno più di che sostenere le loro famiglie.
Martedì pomeriggio, soldati israeliani durante una incursione in territorio palestinese hanno sparato alcuni colpi verso alcuni lavoratori impegnati a recuperare materiale edile di riciclo da delle macerie a est di Gaza city. Colpito da una scheggia di proiettile e fortunatamente ferito solo in modo lieve, Mahmoud Mousa Mohammed di 19 anni. Quando i miei compagni dell'International Solidarity Movement (Ism) lo hanno visitato verteva ancora in visibilmente sotto shock.
L'episodio piu' efferato di attacchi israeliani martedì verso sera a est di Khan Younis, dove un colpo di carro armato ha ucciso Hassan Mohammed Qedeh, di 19 anni.
Nonostante le prime informazioni identificassero la vittima come un guerrigliero della resistenza, testimoni nella zona hanno confermato la tesi dei parenti che trattasi di vittima civile.
Prima del tramonto Hassan si era recato nella zona di Khoza a circa settecento metri dal confine dove due giorni prima due suoi familiari, Issa Abu Rok e Muhammad An-Najjar, membri della resistenza, erano stati fatti a pezzi da un attacco israeliano compiuto con elicotteri Apache e carri armati. Hassan era andato a esaminare la zona per accertarsi che brandelli di cadavere dei suoi parenti non giacessero ancora al suolo. Secondo il racconto di Ahmed, il fratello della vittima, un cecchino appostato su di una jeep lungo il confine ha fatto fuoco colpendo il ragazzo ad una gamba.
"Lo hanno lasciato sanguinare per due ore impedendo ai mezzi di soccorso di raggiungere l'aerea, tanto per farlo soffrire quanto più possibile, poi l'hanno finito con un colpo partito da un carro armato che lo ha centrato alla testa decapitandolo". Mi ha raccontato Ahmed, che ha aggiunto: "la zona dove hanno ucciso mio fratello è pianeggiante, priva di ostacoli che ostruiscono la vista. I soldati prima di sparare hanno visto chiaramente che Hassan era un civile, privo di armi o di intenti bellicosi".
Non riuscendo le ambulanze della Mezza Luna Rossa a raggiungere l'aerea senza il rischio di venire a loro volta attaccate, cinque parenti di Hassan hanno cercato di soccorrerlo, ma i soldati dalla jeep hanno sparato contro di loro in modo da tenerli distanti, prima proiettili poi una sorta di bombe a gas che li hanno intossicati, provocando svenimenti.
Allontanandomi dall'ennesima veglia funebre alla quale ho partecipato con i compagni dell'Ism, un vicino di casa della vittima si è avvicinato dicendomi: "Sparano ai civili come fosse uno sport, una forma di divertimento, come andare a caccia".
In effetti i numeri parlano da soli, secondo dati dell'Onu, l'anno che si va concludendo è stato di caccia grossa a Gaza per i soldati d'Israele, con 59 palestinesi uccisi, 24 dei quali civili e più di 220 feriti. Nel 2010 nessuno civile israeliano è rimasto ucciso dai razzi sparati dalla Striscia.
Restiamo Umani
di Vittorio Arrigoni da Gaza city
30 dicembre 2010