Brindisi, migranti: tragedia in mare
Famiglia Cristiana
Una barca si è incagliata contro gli scogli della costa brindisina, dinanzi a Torre Santa Sabina, rovesciandosi. A bordo, si pensa, 70-80 extracomunitari. Morti e feriti.
Morti e dispersi. Partito cinque giorni fa dalla Turchia con a bordo – secondo qualche testimonianza – circa 70-80 persone, un barca a vela è naufragata nelle acque della Puglia. Causa della tragedia, le pessime condizioni atmosferiche: il mare era a forza 5 e c'erano forti folate di vento. Secondo un bilancio diffuso dal Viminale, nella tarda serata di sabato 26 novembre risultavano recuperati due corpi senza vita. Un terzo è stato visto da molti testimoni. Quarantuno i sopravvissuti, stando a quanto detto Prefettura di Brindisi alle prime ore di domenica 27 novembre.
Durante le primissime fasi dei soccorsi, Carabinieri e Polizia hanno trovato sul luogo dell'incidente e nelle campagne limitrofe una trentina di persone, 4 delle quali minorenni; altre due persone sono ricoverate in ospedale ad Ostuni per fratture e lesioni varie, ma le loro condizioni non sarebbero gravi. La barca si è incagliata contro gli scogli sulla costa brindisina, dinanzi a Torre Santa Sabina e si è rovesciata. A bordo soprattutto afghani, iracheni, pachistani e cittadini del Bangladesh. Per questo viaggio della speranza avrebbero pagato sui 3 mila euro a testa.
L'allarme per il naufragio è stato dato attorno alle 18-19 di sabato 26 novembre da un abitante del luogo attirato dalle urla disperate dei naufraghi. Sono stati subito allertati i Carabinieri e la Capitaneria di porto. Le persone soccorse sono state condotte in una struttura nelle vicinanze del luogo dell'incidente. Molte di loro sono state trovate da Carabinieri e Polizia mentre si allontanavano a piedi dal luogo dell'incidente o vagavano nelle campagne alla ricerca di un luogo dove trovare aiuto. «Secondo un testimone», dice l'assessore regionale Fabiano Amati, che si trova sul posto, «a bordo del barcone c'erano 70-80 persone. Molti dei sopravvissuti sono scappati via subito dopo il naufragio del barcone e, per questo, comprendere quante siano effettivamente le vittime».
Erano anni, ormai, almeno dal 2003, che la Puglia non era costretta al tragico conto delle vittime delle carrette del mare, dopo che per tutti gli anni Novanta l'Adriatico si era trasformato in un calvario insanguinato. «Non possiamo più convivere», ha detto stasera il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, «con il naufragio di migliaia di uomini e donne in fuga da guerra, fame e povertà. E' necessario rimettere al centro delle politiche di accoglienza umanità e solidarietà».
L'allarme per il naufragio è stato dato attorno alle 18-19 di sabato 26 novembre da un abitante del luogo attirato dalle urla disperate dei naufraghi. Sono stati subito allertati i Carabinieri e la Capitaneria di porto. Le persone soccorse sono state condotte in una struttura nelle vicinanze del luogo dell'incidente. Molte di loro sono state trovate da Carabinieri e Polizia mentre si allontanavano a piedi dal luogo dell'incidente o vagavano nelle campagne alla ricerca di un luogo dove trovare aiuto. «Secondo un testimone», dice l'assessore regionale Fabiano Amati, che si trova sul posto, «a bordo del barcone c'erano 70-80 persone. Molti dei sopravvissuti sono scappati via subito dopo il naufragio del barcone e, per questo, comprendere quante siano effettivamente le vittime».
Erano anni, ormai, almeno dal 2003, che la Puglia non era costretta al tragico conto delle vittime delle carrette del mare, dopo che per tutti gli anni Novanta l'Adriatico si era trasformato in un calvario insanguinato. «Non possiamo più convivere», ha detto stasera il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, «con il naufragio di migliaia di uomini e donne in fuga da guerra, fame e povertà. E' necessario rimettere al centro delle politiche di accoglienza umanità e solidarietà».
Fonte: Famiglia Cristiana
27 novembre 2011
***
Riccardi: quella di Brindisi “una tragedia che colpisce tanti giovani in fuga da guerre e miseria”.
“La rotta dalla Turchia sembra sostituire quella di chi ha fatto viaggi terribili, attraversando il deserto, per arrivare dalla Libia”.
“Una tragedia che mostra come non si sia interrotto il traffico umano e come ci sia il dramma di tanti giovani che si gettano in avventure terribili per fuggire da miseria, guerra, insicurezza, persecuzione, e per cercare una vita migliore affrontano viaggi impensabili e ad alto rischio. Cambiano gli itinerari, e ora la rotta dalla Turchia sembra sostituire quella di chi ha fatto viaggi terribili, attraversando il deserto, per arrivare dalla Libia in Italia”.
Così il ministro all’Integrazione, Andrea Riccardi, ha commentato l’ennesima tragedia in mare avvenuta sabato sera a largo di Brindisi. Le ultime notizie parlano di 3 vittime accertate ed oltre 20 dispersi sui 77 che doveva contenerne la barca a vela che si è schiantata contro gli scogli per il maltempo, questo secondo la ricostruzione dei sopravvissuti
La maggior parte dei dispersi, affermano le Forze dell’ordine, dovrebbe aver raggiunto la costa a nuoto ed aver fatto perdere le proprie tracce. Si tratta di bengalesi, afgani, iraniani e iracheni che, attraverso dei passeur curdi, si sarebbe imbarcata in Turchia e avrebbe raggiunto la Puglia dopo cinque giorni di navigazione.
Tutti gli immigrati indossavano un braccialetto con un numero di matricola, secondo gli inquirenti doveva essere questo un segno di riconoscimento messo in atto dai trafficanti che avevano loro sequestrato i documenti che avrebbero restituito solo a viaggio concluso e saldo economico versato.
Il ministro Riccardi ha voluto elogiare il lavoro dei soccorritori. “Mi esprimo su un tema non strettamente di mia competenza – ha precisato – rispetto il lavoro collegiale del Governo ma mi sento di dire che siamo un Paese di grande umanità e generosità. Sono rimasto molto colpito dallo straordinario lavoro degli uomini che hanno operato i soccorsi in mare a Brindisi, è un volto importante dell’Italia, così come l’attenzione della popolazione locale. Ho potuto constatare, nel mio recente viaggio a Castelvolturno e a Villa Literno, come sia importante, come ministro dell’Integrazione, avere come interlocutori da un lato gli stranieri e dall’altro gli italiani”.
Sul destino in Italia dei superstiti Riccardi ha detto di avere piena fiducia nel lavoro della Commissione per il riconoscimento del diritto di asilo.
Fonte: Immigrazioneoggi.it
28 novembre 2011