Bombe e profughi, è la notte dei Monti Nuba
Misna
La paura arriva con la notte, quando gli Antonov cominciano a sorvolare i villaggi sganciando bombe incendiarie o chimiche.
Fonti della MISNA sui Monti Nuba, nella regione sudanese del Sud Kordofan, raccontano così il dramma di un conflitto ripreso ormai da quasi un anno. Secondo le fonti, che preferiscono restare anonime per motivi di sicurezza, dalla ripresa dei combattimenti tra le Forze armate di Khartoum e i ribelli dell’Esercito popolare di liberazione del Sudan-Nord (Splm-N) sono stati uccisi anche molte donne e bambini. “Nei bombardamenti – dicono alla MISNA – molti hanno perso le case, i capi di bestiame e le proprietà”. Poche settimane prima che le piogge trasformino le strade sterrate in pantani inaccessibili, la mancanza di cibo e di acqua potabile preoccupa ancora di più. “Con il sostegno delle autorità locali – sottolineano le fonti – in tanti cercano rifugio al di là del confine con il Sud Sudan”. Dell’ingrossarsi del flusso dei profughi hanno riferito anche responsabili di organismi internazionali, in particolare dell’Ufficio dell’Onu per il coordinamento dell’assistenza umanitaria (Ocha). Nel solo campo di Yida, pochi chilometri a sud della frontiera, si accalcano sotto gli alberi più di 31.000 persone. Alcuni profughi hanno raccontato di marce di cinque giorni, affrontate dopo che per settimane avevano potuto mangiare solo foglie e radici. Secondo Ibrahim Kallo, uno dei responsabili dei soccorsi a Yida, l’intensificarsi delle piogge previsto per giugno rischia di rendere inservibile la pista di atterraggio utilizzata per far arrivare nel campo cibo, acqua, medicine e tende. I Monti Nuba sono abitati per lo più da popolazioni nere, a differenza della gran parte delle regioni del Sudan a maggioranza araba. La regione sta subendo i contraccolpi della nascita di uno Stato del Sud Sudan, avvenuta nel rispetto degli accordi che nel 2005 avevano messo fine a oltre 20 anni di guerra civile. Sui Monti Nuba si sarebbe dovuto tenere un referendum su un’autonomia da Khartoum. Il voto è stato però rinviato “sine die”. Il conflitto è ripreso in coincidenza con la proclamazione di indipendenza di Juba, dove al governo c’è il partito degli ex ribelli storicamente legati all’Splm-N.
Fonte: www.misna.it
19 Maggio 2012