Bambini in guerra: gli effetti delle armi esplosive
Redattore Sociale
In 10 anni nel mondo oltre 17 mila minori uccisi da armi esplosive. Altri 807 minori sono stati uccisi da ordigni inesplosi. I dati diffusi da un recente report di Action on Armed Violence (Aoav), “Infanzia sotto attacco”. Ma le vittime, si precisa, sono sicuramente di più. E non si tratta solo di incidenti casuali: perlomeno 402 casi riguardano armi esplose contro scuole e università. Il Paese più colpito è la Siria.
Le armi esplosive hanno fatto una strage di bambini: oltre 17 mila i minori morti segnalati dalle testate in lingua inglese, più altri 807 uccisi dagli ordigni inesplosi (Unexploded ordnance – Uxo).
Sono questi alcuni dei drammatici dati diffusi da un recente report di Action on Armed Violence (Aoav), “Infanzia sotto attacco”, che prende in considerazione il periodo 2011-2020.
E che chiarisce subito: questi sono i numeri da cui partire, ma le vittime sono sicuramente di più. Inoltre, dice ancora l’Aoav, non si tratta certo solo di incidenti casuali: perlomeno 402 casi riguardano armi esplose contro scuole e università, per un totale di poco meno di 6 mila civili morti, di cui il 27% bambini. Complessivamente, il paese più colpito è stato la Siria (oltre 7mila incidenti), seguita da Afghanistan, Yemen e Pakistan.
I danni nel tempo. Le piccole vittime di questi potenti ordigni aumentano con il passare del tempo, soprattutto quando si registrano danni alle infrastrutture. Eventi come il danneggiamento di riserve alimentari, fonti di approvvigionamento d’acqua o punti sanitari, per esempio, colpiscono duramente i minori. “Questi effetti indiretti non sono considerati nei dati; spesso non vengono adeguatamente valutati nella letteratura; né vengono affrontati sufficientemente dalla risposta umanitaria”.
Bambini a rischio. I ragazzini, fa notare lo studio, rischiano di morire per lesioni da esplosioni sette volte di più rispetto alla popolazione adulta. “I bambini hanno molte più probabilità di subire ferite alla testa e al viso rispetto agli adulti; lesioni al viso, collo, testa, arto superiore e tronco colpiscono il 31% dei pazienti adulti rispetto all’80% dei pazienti bambini”. Inoltre, il fatto che i bambini continuino a giocare in aree colpite da ordigni accresce ancora di più la loro esposizione: si calcola che abbiamo il 50% di possibilità in più di essere raggiunti da un’esplosione in seguito alla fine di una guerra, piuttosto che durante il suo svolgimento.
La morte che arriva dall’alto. Negli ultimi 10 anni le armi esplosive hanno ucciso soprattutto civili, tanto che l’Aoav ha calcolato che, quando queste sono usate in contesti urbani, ben 9 su 10 tra morti e feriti è un civile. Inoltre, andando a guardare un altro report dell’Aoav che si occupa del 2011-2019, si scopre che gli attacchi aerei sono quelli che hanno ucciso di più tra i minorenni (il 35% dei ragazzi ha perso la vittima così).
L’articolo integrale di Irene Masala, “Bambini nel mirino: gli effetti devastanti della violenza esplosiva”, può essere letto su Osservatorio Diritti.
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)