Etica è una parola bellissima, gli odiatori se ne facciano una ragione
In difesa della civiltà giornalistica e delle regole deontologiche a difesa della dignità delle persone e della verità dei fatti.
In difesa della civiltà giornalistica e delle regole deontologiche a difesa della dignità delle persone e della verità dei fatti.
L’appello dei giuristi dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione.
Il 2019 inizia con una parola: indifferenza. Non l’ha pronunciata nessuno, ma si legge nei fatti, anzi, nei non fatti. 49 persone in mare, 32 da undici giorni, in attesa di un porto sicuro.
Dietro quelle cariche di polizia e a quelle parole in sottofondo degli ufficiali che incitano a “spaccare braccia”, c’è la rimozione della nostra storia di paese coloniale che ha insegnato come si tortura, che è disponibile a compromessi con il regime sanguinario di Asmara.
I bambini sono e restano bambini a Manchester e a ridosso delle coste libiche. Muoiono se si ritrovano accanto ad un ordigno e alla follia integralista di un adolescente o se si spaventano di fronte alle raffiche di mitra esplose da militari della guardia costiera libica e finiscono in acqua come ha documentato la Rai in queste ore.
Ottomila e trecento le persone soccorse in 72 ore, decine di imbarcazioni stracolme, barche di legno fradicio, gommoni di cartone. I corpi recuperati sono 13 e c’è anche un bambino di otto anni.
“Siamo qui perché nel nostro paese la situazione è fuori controllo e noi non abbiamo nessuna altra possibilità”. Questo è il messaggio di Amani, sedici anni, etiope di etnia Oromo. È arrivato a Calais un anno e mezzo fa, da solo.
“L’Europa ha dimenticato le sue radici, le ha calpestate. Per questo dobbiamo essere in tanti a marciare per la pace”. L’invito a marciare di Don Luigi Ciotti e degli organizzatori della PerugiAssisi.
Tra le notizie di cronaca che precedono la Giornata del migrante e del rifugiato spiccano i nomi di tre spagnoli: Julio Latorre, José Enrique e Manuel Blanco.
Cercano di superare i confini d’Europa
come Abou, otto anni, nascosto nel trolley.
Il barcone si ribalta ad un passo dalla salvezza. Immagini terribili di naufragi recenti nel mediterraneo.
29 cadaveri, morti di freddo che nessuno è riuscito a salvare. Muoiono così le prime vittime della violenza talebana, dell’Isis, scappano dalla ferocia che terrorizza anche noi e muoiono ad un passo da noi, convinti di essere quasi in salvo.