Sinai, un conflitto oscurato
Nel nord del Sinai è in vigore un completo black-out informativo e la regione è off-limits per i giornalisti indipendenti
Nel nord del Sinai è in vigore un completo black-out informativo e la regione è off-limits per i giornalisti indipendenti
Non ci si aspettava molto dall’informativa del governo alle commissioni Esteri riunite, oggi pomeriggio, per ascoltare dal ministro degli Esteri Alfano le ragioni che avevano portato, il 14 agosto, a rendere nota la decisione di rimandare l’ambasciatore italiano al Cairo
il governo italiano ha deciso di annullare l’unico provvedimento preso in questo anno e mezzo per cercare di ottenere la verità per Giulio Regeni.
La settimana scorsa le Nazioni Unite hanno avvisato che, dopo 10 anni di blocco terrestre, marittimo e aereo da parte di Israele e tre conflitti armati, le condizioni di vita a Gaza hanno oltrepassato la soglia dell’invivibilità.
Il destinatario dell’appello lanciato dai genitori di Giulio è Papa Francesco, che il 28 aprile si recherà in Egitto: parli di Giulio, faccia sua la richiesta di verità!
Un mondo sempre più diviso e pericoloso in preda a populismi xenofobi, dove il cinico uso della narrativa del “noi contro loro”, basata su demonizzazione, odio e paura, ha superato il livello di guardia, anche in Italia.
Tra le molte preoccupazioni che l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Usa ha fatto emergere c’è la tenuta degli impegni nei confronti dei diritti umani, sia nel paese che all’estero.
Di passi avanti importanti, ai fini della ricerca della verità su chi lo ha arrestato, fatto sparire e torturato a morte, ne sono stati fatti ben pochi. Ma giorno dopo giorno, Giulio non è memoria ma è lotta per la verità.
In meno di un anno, il conflitto iniziato nell’Ucraina orientale nell’aprile 2014 ha provocato oltre 5100 morti e costretto alla fuga più di 900.000 persone.
“Un feroce attacco alla libertà di stampa, una giornata nera per l’Egitto”: così Amnesty International ha commentato la condanna di tre giornalisti di Al Jazeera English, giudicati colpevoli di aver diffuso notizie false e di aver favorito il movimento fuorilegge della Fratellanza musulmana.
Erano state 528 il 24 marzo e oggi se ne sono aggiunte altre 683. In Egitto la lotta contro il “terrorismo” va avanti anche così.
La Costituzione che i 217 membri dell’Assemblea costituente della Tunisia si apprestano a votare contiene molte norme in materia di diritti umani internazionalmente riconosciuti.