Il Medio Oriente spacca la destra americana
Il discorso di Romney sulla politica estera tradisce le attese di discontinuità in Medio Oriente. Perchè la destra è spaccata.
Il discorso di Romney sulla politica estera tradisce le attese di discontinuità in Medio Oriente. Perchè la destra è spaccata.
Parla monsignor Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio. Che intravede la fine del lungo buio somalo.
Un silenzio sempre più fitto avvolge la repressione della Primavera in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrain. Satrapie “amiche” su cui è comodo tacere.
I media e le destre occidentali non ammettono il massacro del popolo siraino ad opera del regime. E anche l’estrema sinistra tace. Una forma di razzismo verso gli arabi.
Uno dei paesi più ricchi del mondo per rendita petrolifera, ma socialmente più poveri al mondo. Ecco il disastro nigeriano. Parla Enzo Cursio, collaboratore di Gorbaciov.
Quale il possibile perché delle due recenti stragi in villaggi siriani? Rispondono perfettamente agli obiettivi della “strategia della guerra civile” perseguita dal regime.
Era detenuto da dicembre senza che un tribunale israeliano avesse ratificato il suo arresto, Khader Adnan da allora era in sciopero della fame. E ora Israele lo rilascia.
Il Cremlino assicura: ” Bashar vuole porre termine alle violenze”. Vuol dire che l’ordine a Homs è “uccideteli tutti.”
Arriva a Damasco il ministro degli esteri russo. Il gesuita Dall’Oglio chiede al Vaticano di mediare. E l’intervento Onu è possibile.
Il regime ha mai cercato le riforme? Poteva farle? No, perché il sistema è irriformabile. Corruzione, arbitrio e nepotismo sono l’anima di un regime ideologicamente fascista.
Mentre centinaia di siriani vengono massacrati, la commissione per la riforma costituzionale, voluta da Bashar, porta avanti una discussione esilarante. O drammatica…
Delitto occultato dal regime e dalle autorità religiose: è stata la moglie a far sapere la verità. E i socialisti egiziani denunciano: è il ritorno dei figli di Mubarak.