Delle guerre in corso nel mondo si continua a non parlare e quando se ne parla, è come se piovessero, improvvise, dal cielo. Dobbiamo saperne di più e il 2016 potrebbe essere l’anno buono!
A Sana’a si piangono ancora i morti per gli attentati nelle moschee, ma la guerra nello Yemen continua a mietere vite.
Terrore, possiamo parlare solo di terrore. Boko Haram ha annunciato stragi e vendetta. La guerra rischia davvero di allargarsi nei prossimi mesi.
Gli intellettuali, gli analisti, gli editorialisti gridano lo sdegno sacrosanto per l’uccisione dei redattori di Charlie Hebdo, ma dimenticano di tenere di riserva un po’ di fiato per il massacro Nigeriano. Per favore, qualcuno scenda in piazza anche per loro.
Diciamo che resta un auspicio, un enorme, bellissimo augurio, ma non abbiamo avuto anno, in questo quasi mezzo secolo, in cui non dovessimo preoccuparci per qualche angolo di mondo, per qualche milione di esseri umani.
C’è qualcosa da “ola da stadio”, di drammaticamente stonato, negli articoli di alcuni editorialisti italiani, tesi a giustificare sempre e comunque la guerra che Israele ha scatenato contro il territorio di Gaza nelle scorse settimane.
Dovremo iniziare a dire la verità, cioè che la guerra che da 66 anni uccide migliaia di uomini, donne, bambini e anziani viene combattuta dallo Stato di Israele contro il Non Stato di Palestina.
E’ stupida vendetta. E’ il fattore Umano. Oppure è solo la diabolica capacità di sfruttare tutto questo, per farlo diventare strumento, per usarlo e raggiungere scopi, obiettivi.
In questo oceano di bugie, ognuno trova giustificazione alla propria violenza. Tutti sono pronti ad imporre, armi in pugno, la propria verità. Ad annegare, come in ogni guerra, sono i soliti, quelli costretti a fuggire per non morire.
Traccio, da laico integrale, ma non integralista, un filo rosso sangue fra la Repubblica Centrafricana e la Nigeria. Lo seguo, questo filo, da giornalista che vede i cristiani al centro della scena e del massacro.
Allegra Pacheco, responsabile OCHA,l’agenzia ONU che si occupa degli affari umanitari in Palestina, racconta la realtà dei Territori occupati e chieda vanga messa fine all’embargo per permettere ai palestinesi di sopravvivere.