Attentato in Pakistan, 40 morti. Sparatoria al consolato Usa di Peshawar


l'Unità.it


La strage a Peshawar in sede del partito Pashtun. L’attentato rivendicato dai talebani pachistani. Oltre quaranta le vittime.


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Attentato in Pakistan, 40 morti. Sparatoria al consolato Usa di Peshawar

L'integralismo islamico ha di nuovo seminato terrore nel nord ovest del Pakistan dove è in corso l'offensiva internazionale contro i talebani e Al Qaeda. Con un'azione ben coordinata un commando di attentatori ha tentato di sfondare il cordone di sicurezza intorno al consolato americano di Peshawar con autobombe, lanciarazzi e kamikaze.

L'attacco, respinto, è stato rivendicato dai talebani pachistani: sul terreno sono rimasti quattro assalitori e due agenti pachistani.

 Poche ore prima, nella regione di Dir Inferiore, a 80 chilometri da Peshawar, un kamikaze si è fatto esplodere durante l'affollato raduno di un partito nazionalista filo governativo: 43 i morti, decine i feriti.   Non è chiaro se ci siano legami tra i due attentati molto diversi tra loro, ma accumunati dall'obiettivo di destabilizzare il governo di Asif Ali Zardari e la sua politica filo americana. Tra l'altro, proprio oggi il presidente Zardari, parlando al Parlamento, ha introdotto un'importante riforma costituzionale da tempo attesa per rendere più democratiche le istituzioni e limitare i poteri del capo dello stato.

L'attentato al consolato statunitense è avvenuto nel primo pomeriggio quando 5 o 6 uomini con l'uniforme di un gruppo paramilitare hanno lanciato due autobombe per sfondare il posto di blocco e farsi largo verso la sede diplomatica. C'è stata poi una terza potente esplosione seguita da colpi di mortaio e raffiche di mitragliatrice in direzione del cancello d'ingresso. Gli assalitori non sono però riusciti a entrare all'interno consolato, si sono fermati dopo un conflitto a fuoco di mezzora. Non è stato coinvolto nessuno dello staff diplomatico Usa.

 I talebani pachistani, noti con la sigla di Tehrik-e-Taleban Pakistan (TTP), hanno rivendicato l'azione. «Gli americani – ha detto al telefono il portavoce Azam Tariq – sono nostri nemici. Abbiamo compiuto l'attacco al consolato di Peshawar. Progettiamo altri attacchi di questo tipo». Ha aggiunto inoltre che l'azione è «una rappresaglia per gli attacchi dei droni» (aerei senza pilota) americani che quasi quotidianamente lanciano missili nel nordovest del paese contro presunte basi dei militanti islamici.

L'assalto di Peshawar – che secondo alcuni analisti presenterebbe similitudini per la tattica e le armi impiegate con quello al quartiere generale dell'esercito di Islamabad lo scorso ottobre – è stato condannato dagli Stati Uniti che hanno espresso «profonda inquietudine».

 I talebani hanno invece negato qualsiasi responsabilità per la strage di Timargarah, città nel distretto di Dir Inferiore, dove l'anno scorso le truppe di Islamabad avevano lanciato un'offensiva militare per fermare l'avanzata dei talebani. Un kamikaze, nascosto tra la folla, si è fatto saltare in aria a un raduno di migliaia di sostenitori dell'Awami National Party (Anp), il partito nazionalista pashtun al potere nella Provincia di Frontiera Nord Occidentale: 43 i morti, decine i feriti.

L'Anp più volte, in passato, è finito nel mirino dei talebani per il suo sostegno al governo di Islamabad. Quando c'è stata la deflagrazione si stava festeggiando il nuovo nome della provincia, ribattezzata in lingua locale Khyber-Pakhtunkhwa, come prevede il pacchetto di riforme costituzionali che il Parlamento deve approvare nei prossimi giorni. Una vecchia rivendicazione della comunità tribale pashtun che nel turbolento distretto nordoccidentale costituisce la maggioranza della popolazione.

Fonte: l'Unità

5 aprile 2010

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