Assisi 25 anni dopo continua la lotta per la pace
Misna
Flavio Lotti: “La Giornata avrebbe potuto radicarsi di più nella storia di questi giorni, facendo ad esempio i conti con l’aggravarsi delle ingiustizie planetarie o le domande di libertà e le repressioni che attraversano il Nord Africa, il Medio Oriente e altre aree del mondo”.
Il rifiuto di ogni forma di violenza, la messa in guardia contro le strumentalizzazioni delle religioni a fini politici o di dominio, il ripudio “dell’adorazione dell’avere e del potere”: sono alcuni dei grandi temi della Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo celebrata oggi ad Assisi.
“Le religioni possono fare molto in questa fase di crisi, segnata dal potere e dal dominio del denaro” dice alla MISNA padre Adriano Sella, un missionario saveriano che anima la Rete interdiocesana per i nuovi stili di vita. La riflessione sulla crisi finanziaria, economica e sociale degli ultimi anni, il dovere della vicinanza ai più deboli e l’impegno per la dignità della persona hanno attraversato l’incontro nella città umbra. “L’adorazione di Mammona, dell’avere e del potere, si rivela una contro-religione in cui non conta più l’uomo ma solo il vantaggio personale” ha detto Papa Benedetto XVI di fronte ai fedeli riuniti nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.
La riflessione sulle difficoltà economiche e sociali si è intrecciata all’impegno comune delle religioni contro la violenza, il tema scelto da Giovanni Paolo II 25 anni fa per la prima volta ad Assisi. “La lotta per la pace deve stimolare in modo nuovo tutti noi” ha sottolineato oggi Benedetto XVI. Gli hanno risposto i rappresentanti delle altre Chiese cristiane, dell’Islam, dell’ebraismo, del buddismo, dell’induismo e finanche delle religioni tradizionali d’Africa. “In tutti i discorsi – dice da Assisi alla MISNA Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace – c’era l’impegno ad alimentare il dialogo tra le religioni e la condanna di ogni loro strumentalizzazione o uso improprio”.
L’incontro di Assisi trae forza anche da alcune osservazioni critiche e proposte. “La Giornata – sostiene Lotti – avrebbe potuto radicarsi di più nella storia di questi giorni, facendo ad esempio i conti con l’aggravarsi delle ingiustizie planetarie o le domande di libertà e le repressioni che attraversano il Nord Africa, il Medio Oriente e altre aree del mondo”.
Secondo padre Sella, Assisi conferma l’esigenza di aumentare il lavoro sul territorio. “L’ecumenismo e il dialogo interreligioso – dice il missionario, facendo riferimento alla sua esperienza in Brasile – sono più forti quando partono dal basso, quando comunità di fedi differenti si uniscono per difendere l’ambiente o i diritti delle persone”
Fonte: ww.misna.it
27 Ottobre 2011