Appello all’azione


Flavio Lotti


Il mondo festeggia oggi, 10 dicembre 2007, il 59° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: un documento di straordinaria importanza che parla della dignità e del valore di ogni persona e definisce con parole chiare e semplici i nostri diritti.


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Appello all’azione

Il mondo festeggia oggi, 10 dicembre 2007, il 59° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: un documento di straordinaria importanza che parla della dignità e del valore di ogni persona e definisce con parole chiare e semplici i nostri diritti.

Sono diritti individuali, universali e indivisibili. Sono diritti civili e politici ma anche diritti economici, sociali e culturali. La Dichiarazione parla a ciascuno di noi dicendo: “Non importa di che razza sei. Se sei un uomo o una donna. Se sei ricco o se sei povero. Non importa da che parte del mondo vieni, quale lingua parli, qual è la tua religione, quali sono le tue idee politiche. Non importa chi sei. Questi diritti sono anche i tuoi.”

Non è uno dei tanti documenti internazionali. E’ una sorta di “Magna Carta dell’umanità” che ha dato origine del “Diritto internazionale dei diritti umani”, la “fonte delle fonti” del nuovo Diritto panumano.

La Dichiarazione parla di uguaglianza, di giustizia, di universalità, di equità, di libertà, di dignità, di solidarietà, di rispetto reciproco, di democrazia e di pace e indica, a tutta l’umanità, un solo chiaro obiettivo da perseguire con coraggio e tenacia: riconoscere e promuovere il rispetto di tutti i diritti umani per tutti.

A cinquantanove anni di distanza questo documento ci consente di misurare tanti i progressi compiuti in questi decenni e quanto ancora resti da fare per raggiungere quel obiettivo. Non solo. Tenendolo in mano noi disponiamo di una formidabile bussola che ci indica la strada da seguire per assicurare un futuro ai nostri figli e all’umanità intera.

Non serve ricordare quanto profonda sia la crisi sociale e politica in cui siamo imprigionati; quanto estesi siano i pericoli ambientali, militari che ci minacciano; quanta spietata violenza continui a straziare la vita di centinaia e centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.

Serve invece rilanciare, a tutti, l’appello all’azione. L’unico diritto che non possiamo invocare è il diritto alla delega. Non possiamo continuare a tollerare una politica che non fa i conti con queste responsabilità primarie, che ha sempre altro di cui occuparsi, che arriva sempre tardi quando tutto è diventato più difficile, che non ha una visione, una proposta credibile capace di mobilitare e coinvolgere.

Occorre reagire. Dobbiamo impegnarci a costruire una politica genuinamente nuova che si impegni a salvare dalla morte certa coloro che sono ancora privati dei fondamentali diritti; una politica che metta al bando la guerra e la corsa al riarmo, che riconosca la pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli; una politica impegnata a costruire la pace tra i popoli e tra le persone, tra gli stati e dentro gli stati; una politica tesa a difendere e attuare, secondo principi di giustizia fatti propri dal diritto internazionale dei diritti umani, i beni comuni universali e a costruire un ordine internazionale pacifico e democratico; una politica impegnata a riconoscere, garantire e promuovere i diritti umani, la solidarietà e la responsabilità di tutti.

Per questo abbiamo marciato da Perugia-Assisi lo scorso 7 ottobre e oggi, da Nairobi e in numerose altre città italiane, diamo avvio all’Anno dei diritti umani che culminerà il 10 dicembre 2008, 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Un lungo anno da dedicare alla promozione di tutti i diritti umani per tutti sollecitando l’impegno concreto del mondo politico, del Governo, del Parlamento, di tutte le istituzioni pubbliche, accademiche e culturali, degli organi d’informazione e in particolare del servizio pubblico radiotelevisivo, degli enti locali e regionali, delle scuole, dei sindacati e della società civile nel suo insieme. Il 2008 sarà anche l’Anno Europeo per il Dialogo interculturale e il 60° dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana: altre opportunità per declinare azioni, progetti, proposte politiche.

Per questo abbiamo firmato un Protocollo d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione che faciliterà lo sviluppo delle iniziative intraprese dagli enti locali e dalle associazioni insieme al mondo della scuola.

Per questo chiediamo, ancora una volta con forza a tutti i parlamentari di impegnarsi per approvare urgentemente la legge sui diritti umani che ci aiuterà a promuovere una straordinaria azione educativa e formativa per la pace e i diritti umani.

Per questo rinnoviamo l’appello con cui Aldo Capitini concluse la prima Marcia per la pace Perugia-Assisi: “A ognuno di fare qualcosa”.


Flavio Lotti
Coordinatore della Tavola della pace

Nairobi, 10 dicembre 2007

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