Ancora un massacro a Homs
Rainews24
In totale almeno 125 persone uccise nella repressione in tutta la Siria, di cui almeno 64 civili – molti dei quali donne, rapite e poi assassinate.
In totale almeno 125 persone uccise nella repressione in tutta la Siria, di cui almeno 64 civili – molti dei quali donne, rapite e poi assassinate, solo a Homs, che viene bombardata da 24 giorni dalle forze del regime: cosi' si e' svolta la giornata in cui si e' votato per la nuova costituzione siriana proposta dal regime, che, com'era previsto, e' stata approvata da quasi il 90% dei votanti, con un'affluenza alle urne pero' solo del 56,4% degli aventi diritto. Un dato rilevante considerando le alte percentuali di affluenza a cui è abituato il regime degli al Assad ma prontamente giustificato dal governo di Damasco con l'azione di disturbo svolta in alcune regioni da non meglio precisati gruppi di terroristi. "Poco credibile" è stato definito il referendum costituzionale siriano dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon.
La Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa sono penetrate a Hama, facendo arrivare, dopo mesi, aiuti a 12.000 persone, mentre a Homs la Mezzaluna Rossa siriana, dopo una trattativa, e' riuscita a entrare nel quartiere martoriato di Bab Amro, dove ha portato forniture mediche e ha evacuato feriti, ma non e' riuscita a ottenere il permesso di portare in salvo i giornalisti stranieri in trappola, quattro in tutto, di cui due feriti: la francese Edith Bouvier e il britannico Paul Conroy. La Polonia, che rappresenta gli interessi statunitensi in Siria, sta invece trattando con le autorita' per portare via il cadavere della giornalista americana Marie Colvin, uccisa a Bab Amnro dov'e' morto anche il fotografo francese Remi Ochlik.
Nel Paese, dicono i Comitati di coordinamento locali dell' opposizione, sono morte solo oggi 125 persone, mentre 64 corpi sono stati rinvenuti a Homs, uccisi da uomini armati. Numerosi i corpi di donne tra le salme giunte oggi all'ospedale nazionale di Homs dopo che la Mezzaluna Rossa le ha raccolte in due diverse localit… nei pressi di Homs. Stando ai primi racconti del massacro compiuto stamani dalle milizie irregolari del regime (shabbiha), le donne uccise sono madri e figlie delle famiglie in fuga da Bab Amro, il quartiere sotto assedio di Homs. Le donne sarebbero state prima rapite e poi uccise, circostanza che non può essere verificata in modo indipendente.
L'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo denuncia "un vero e proprio massacro" e precisa che molti civili sono stati uccisi nella regione a ovest della citt… in un campo tra i villaggi di Ram al-Anz e d'al-Ghajariy‚.
Testimoni sul posto e attivisti hanno dal canto loro documentato anche oggi, con video amatoriali e collegamenti audio via Skype, gli incessanti bombardamenti dell'artiglieria governativa sulle roccaforti delle proteste, in particolare su alcuni quartieri di Homs, ribattezzata dall'opposizione "capitale della resistenza". Le altre vittime nella regione di Aleppo, Idlib, Hasake, Hama e nei sobborghi di Damasco.
L'agenzia governativa Sana riferisce invece del sequestro di carichi di armi destinate ai terroristi nel sud a Dara e nel nord-est a Hasake e dei funerali oggi di 16 tra militari e poliziotti, uccisi sempre da terroristi.
Il governo autonomo del Kurdistan iracheno ha informato che nelle ultime ore sono stati accolti, per la prima volta dall'inizio della repressione, come rifugiati politici una trentina di disertori curdi dell'esercito siriano.
Sempre sul piano umanitario, un gruppo di medici volontari arabi stanno dando vita ad un sit-in in Giordania, a ridosso del confine siriano, per chiedere che le autorit… di Damasco concedano loro il permesso di entrare in Siria per curare i feriti, mentre un gruppo di attivisti sta organizzando il primo ospedale da campo in territorio siriano.
Il varo di nuove sanzioni economico-commerciali europee contro il regime di Damasco è l'unico segnale di concretezza in un quadro diplomatico colmo di parole ma di pochi fatti. Kofi Annan, inviato speciale inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba in Siria ha incontrato a Ginevra, a margine della XIX sessione del consiglio dei diritti umani, il ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi.
E mentre la Cina ha risposto per le rime alle critiche dei giorni scorse rivolte a Pechino da Washington, affermando che gli Stati Uniti non sono nella posizione di decidere il destino di altri popoli, il premier russo Vladimir Putin ha ammonito l'Occidente a non aggirare il Consiglio di sicurezza dell'Onu creando uno scenario libico in Siria. E di Siria ha parlato oggi anche il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi che, oltre a chiedere di lanciare una tregua umanitaria, ha escluso che al Assad possa accettare di lasciare il potere in cambio dell' immunità e di un esilio dorato.
27 Febbraio 2012