"Anche l’Iran ha diritto all’uso del nucleare civile"


Luigi Accattoli


Appello del cardinale Martino che interviene nel dibattito: "Perchè una terza guerra? Per far sprofondare tutto il mondo insieme al Medio Oriente?"


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"Anche l'Iran ha diritto all'uso del nucleare civile"

Il papa implora «saggezza e coraggio» per i protagonisti della conferenza che si apre domani a Annapolis, perché riescano – ha detto – «a trovare» una soluzione «guista e definitiva» al conflitto che «da sessant’anni insanguina» il Medio Oriente. Benedetto ha parlato, come si addice al Papa, ma forse la piena dei sentimenti vaticani l’esprime meglio il cardinale Martino che in un’intervista del quotidiano Liberazione lancia un monito – a proposito della questione nucleare iraniana – sul rischio che il mondo corre con i ritornanti progetti di una guerra all’Iran che farebbe «sprofondare tutto il mondo insieme al Medio-Oriente».
Il cardinale Renato Martino è presidente del «Consiglio Giustizia e Pace» ed è famoso per la parola schietta, fama che si è acquistato con l’insistente opposizione che fece alla guerra irachena tra l’inverno e la primavera del 2003. «In questa situazione – ha detto al quotidiano di Rifondazione Comunista – nessuno può affrontare un’altra guerra. È bastato l’Iraq, da cui non si esce, per non parlare dell’Afghanistan. Perché una terza guerra? Per non sprofondare tutto il mondo insieme al Medio-Oriente? Per la questione del nucleare iraniano esiste l’Aiea, agenzia internazionale per l’uso pacifico dell’energia atomica di cui fa parte la Santa Sede.»
Espressa questa sua fiducia nelle possibilità negoziali dell’Agenzia per l’uso civile dell’energia nucleare , il combattivo cardinale è tornato sulla sua idea favorevole a quell’uso, che già altre volte lo ha portato a polemizzare con gli ambienti antinucleri del nostro Paese: «C’è crisi di energia nel mondo mentre le fonti esauribili si esauriranno. Anche l’Italia compra energia elettrica dalla Francia, la quale ne produce il 78% per via nucleare. Gli italiani si sono negati questo tipo di produzione ma mi auguro che ci ripensino».
Il Papa ha rivolto il suo appello al mondo dal sagrato di San Pietro, dopo la concelebrazione con i nuovi cardinali che si era tenuta all’interno della basilica: «Martedì prossimo ad Annopolis, negli Stati Uniti, Israeliani e Palestinesi, con l’aiuto della Comunità Internazionale, intendono rilanciare il processo negoziale per trovare una soluzione giusta e definitiva al conflitto che da sessant’anni insanguina la Terra Santa e tante lacrime e sofferenza ha provocato nei due popoli».
A questo punto il Papa ha invitato i fedeli a «unirsi» alla «giornata di preghiera indetta per oggi dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America» per implorare «la pace per quella regione i doni della saggezza e del coraggio per tutti i protagonisti dell’importante incontro».
Tra le righe dell’appello si avverte la soddisfazione per l’invito che la Santa Sede ha ricevuto a partecipare alla Conferenza. Il portavoce vaticano ha confermato la notizia ma ha detto che la composizione della delegazione – che dovrebbe essere guidata o dall’arcivescovo Dominique Mamberti, ministro degli Esteri a dall’arcivescovo Celestino Migliore «osservatore» alle Nazioni Unite – verrà comunicata oggi.
Dicevano ieri in Vaticano che non c’era stato il tempo per mettere a punto la delegazione in quanto l’invito era giunto sabato sera e gran parte della giornata di ieri era stata occupata dalla concelebrazione del Papa con i cardinali a conclusione del Concistoro.
Nel luglio del 2006 alla Conferenza di Roma per il Libano la delegazione vaticana – anche in quel caso l’invito era gunto all’ultimo momento – era guidata dall’arcivescovo Giovanni Lajolo (uno dei sei cardinali italiani che hanno ricevuto la «berretta rossa» sabato mattina), che allora occupava il posto tenuto oggi dal francese Mamberti.

Fonte: "Corriere della Sera"

26/11/2007

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