Allarme nucleare in Slovenia. «Nessun rischio». Chi ci crede?


Liberazione


Una perdita alla centrale di Krsko (130 km in linea d’aria da Trieste) mette in allarme tutta l’Europa. «Nessun rischio per ambiente e persone», garantisce Lubiana. Ma l’impianto era già sotto accusa.


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Allarme nucleare in Slovenia. «Nessun rischio». Chi ci crede?

«Una perdita di fluido refrigerante si è verificata nel sistema di raffreddamento primario della centrale nucleare di Krsko». Alle 17.38 di ieri, a Bruxelles, la task force d'emergenza della Commissione europea (Ecurie) ha ricevuto il messaggio di allerta dalla Slovenia. Alle 18.27 i servizi del commissario europeo all'Energia, Andris Piebalgs, hanno lanciato un avvertimento a tutti i paesi dell'Unione, piombando l'Europa e l'Italia nel panico radioattivo di un'incidente in una centrale atomica nel cuore d'Europa.
Al momento in cui scriviamo sappiamo nell'ordine:
1) La centrale nucleare slovena si trova a 130 chilometri in linea d'aria da Trieste (a 50 da Zagabria e 280 da Vienna), è in funzione dal 1983 e produce cinque miliardi di kilowatt ora all'anno, il 40% di tutta l'energia elettrica prodotta in Slovenia.
2) In una nota delle 19.28 Bruxelles specificava: «La centrale è in fase di spegnimento», «tutte le necessarie procedure di sicurezza sono state adottate», «la potenza del reattore attualmente è al 22%».
3) Un portavoce della Nek, la società sloveno-croata che gestisce la centrale, specifica: «La fuoriuscita si è verificata all'interno della struttura del reattore. E' stato avviato il processo di spegnimento che avviene per fasi e sarà ultimato entro sera (ieri per chi legge, N.d.R.). Allora sarà possibile ispezionare il sito per verificare la situazione».
4) Alle 20.55, due diversi dispacci rafforzavano l'impressione dell'incidente di "lieve entità": «Non è stata identificata nessuna emissione nell'ambiente», dichiarava un responsabile della Commissione europea. «E' un incidente locale. La situazione è sotto controllo. Non c'è assolutamente nessun rischio per l'ambiente e per le persone», rafforzava Maja Kocijancic, portavoce della presidenza di turno slovena dell'Ue.
5) Alle 21.00, nessuna richiesta d'allerta era giunta alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. «Non è stata allertata neppure la Protezione civile slovena con la quale stiamo in costante collegamento – ha specificato il direttore regionale della Protezione civile, Guglielmo Berlasso – penso non si debbano creare inutili allarmismi».
6) Alle 21.06, la direzione della centrale ha emesso un comunicato: «La centrale è stata fermata a titolo preventivo per qualche ora al fine di permettere al personale di stabilire le cause del guasto e di ripararlo. Un arresto d'urgenza non è stato necessario e il guasto non dovrebbe avere effetti sull'ambiente».
7) Un esperto dell'Enea italiana, Stefano Monti, spiega a Corriere.it che «le centrali di questo tipo hanno un contenitore primario di sicurezza che contiene eventuali perdite nei circuiti di raffreddamento. E' presto per fare valutazioni precise ma in linea generale si può dire che questi impianti sono sicuri quanto quelli occidentali». Mentre poco dopo le 21 l'assessore all'energia del Friuli, Riccardo Riccardi, diceva la sua: «Solo un calo di potenza, non un guasto… sono in contatto con il governo sloveno». Mentre il sindaco di Trieste, Roberto Di Piazza, annunciava: «Telefonerò al sindaco di Lubiana per conoscere esattamente l'entità di quanto avvenuto».
Quindi, calma e sangue freddo. Ma le informazioni sono inevitabilmente e come sempre contraddittorie, quando si tratta della famosa "energia pulita" che per beffa del destino da qualche tempo è tornata pure ad essere «sicura» e «senza rischi» per i nostri neo-governanti.
E soprattutto Krsko è un nome ben conosciuto. Sulla sua "sicurezza" ci sono state molte interrogazioni parlamentari, sei mesi fa a fronte dell'intenzione del governo sloveno di raddoppiare la centrale entro il 2017 il Wwf aveva chiesto garanzie sui rischi e secondo Greenaction Transnational «una Commissione Internazionale nominata, su pressioni di Austria ed Italia, per verificare gli standard di sicurezza della centrale già nel 1993 espresse 74 raccomandazioni sui cambiamenti tecnici e procedurali necessari per adeguare l'impianto alle normative Ue». Ciò che era sotto accusa, allora, erano i rischi di perdite – per altro già verificatesi altrove, più volte, per i reattori montati anche a Krsko che furono cambiati e potenziati «con un aumento della produzione e conseguenti rischi di sovrasfruttamento», sempre secondo l'associazione ambientalista.
Ora, avendo letto la cronaca dei fatti, almeno quello che si sa alle 22 di mercoledì sera. E avendo letto dichiarazioni e opinioni espresse da istituzioni e responsabili a vario titolo. Voi cosa pensate della "sicurezza nucleare"?

Fonte: Liberazione

05 giugno 2008

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