Aldo Moro e la sua verità
Floriana Lenti
A trent’anni dalla sua morte fa ancora parlare si se. Si è tenuto a Perugia, al Conestabile, l’incontro su Aldo Moro. Diritti umani, etica, analisi di fatti storici e politici rivisitati sotto altra luce.
Aldo Moro è nato il 23 settembre 1916 a Maglie in provincia di Lecce. Ha frequentato il mio stesso liceo classico “Archita” di Taranto.
Ha poi condotto studi in Giurisprudenza presso l'Università di Bari, conseguendo la laurea con una tesi su "La capacità giuridica penale".
Ha vissuto l’intera vita portando avanti determinati ideali. Si è interessato alla politica come ad una materia indispensabile alla giusta condotta della società civile. E' stato rapito il 16 marzo 1978 ed ucciso il 9 maggio successivo da appartenenti al gruppo terrorista delle Brigate Rosse. Ho assistito al convegno “Aldo Moro e l’intelligenza della politica” organizzato dall’Istituto Conestabile della Staffa. Ha introdotto il dibattito il prof Luciano Tosi dell’Università di Perugia ed ha relazionato il professor Agostino Giovagnoli dell’Università Cattolica di Milano.
“In questi giorni sono state moltissime le commemorazioni sulla morte di Aldo Moro e dei vari misteri ad essa legati. In pochi però parlano della sua vita e delle sue attività –commenta Luciano Tosi e continua-. Manca ancora una seria analisi di critica della figura dello statista e una comprensione di quelle che erano le linee guida della sua azione (sempre prudente e paziente, consapevole delle difficoltà della scena politica), e dei possibili risvolti storici che sarebbero seguiti se Moro fosse vissuto”. Ed a partire da queste considerazioni, Agostino Giovanoli, che ha curato anche diverse pubblicazioni su questo caso (tra cui Il caso Moro edizione Il Mulino) ha tracciato un’analisi generale: “Nell’ultima settimana tre trasmissioni Rai sono state dedicate ad Aldo Moro. Da gennaio ad oggi sono stati pubblicati circa quattordici libri che riportano in copertina il suo nome…”. Il caso Moro, tanto discusso, risulta essere però solo un’analisi politica di due mesi drammatici della vicenda. Sono ritornati alla luce dubbi, quesiti irrisolti, enigmi. Quanti erano i brigatisti che lo hanno ucciso? Come hanno agito i servizi segreti? Ci sono però, accanto a queste domande una serie di dati effettivi “Oggi forse l’Italia vuole iniziare a sapere –prosegue Giovagnoli- ma quello che fa impressione è che non ci sono ancora analisi, ricerche o studi sui suoi scritti, sul suo fare…”.
Aldo Moro credeva alla ricerca della verità per poi arrivare all’ “intelligenza degli avvenimenti” e dunque della politica. Spinto dalla consapevolezza che bisogna dire non quello che è più facile ed efficace, ma quello che è più vero, Moro va avanti nel suo percorso e lascia nero su bianco i suoi pensieri, le sue tesi. “E’ interessante analizzare i suoi scritti –afferma Il professore della Cattolica- soprattutto quelli che risalgono al periodo di prigionia. Emerge evidente il contenuto politico che rispecchia l’essenza del suo punto di vista, ma a volte le distorsioni rivelano ben altro. Tiene conto sempre di più dei suoi interlocutori, si evince il suo essere non libero. Aldo Moro inizia a comprendere che il politico non deve operare all’interno dei palazzi, ma per le strade, tra la gente”.
Interpretare la società, dunque, per poter creare un ponte di dialogo con essa, è il suo obiettivo. Pochi giorni prima del rapimento il Corriere della Sera uscì con una notizia che ipotizzava Moro come potenziale Presidente della Repubblica, come fosse uno sbocco naturale della sua carriera politica. E chi sa dire se davvero sarebbe stato così?
Luciano Tosi conclude “Per Aldo Moro i diritti umani sono anteriori allo stato. La sua figura rimane attuale e di esempio per quanto sta accadendo adesso nel mondo”.
E’ stato importante analizzare una figura che ha segnato la storia sotto aspetti che ancora difficilmente riescono ad emergere. Ed è il caso di concludere con una sua nota frase: “Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi”.