Aiuto allo sviluppo: bisogna mantenere le promesse
Andrea Pira - ilfattoquotidiano.it
Il 74% degli italiani vuole che il governo mantenga gli impegni presi con i paesi in via di sviluppo, lo rivela un sondaggio commissionato da Oxfam International e Ucodep. Metre parte la campagna per fare pressione sui governi del G8 .
Un italiano su quattro vuole che il governo mantenga le promesse fatte. Ma non si parla di sicurezza, grandi opere, detassazioni o di qualunque altro proclama fatto in campagna elettorale, bensì di aiuto ai paesi in via di sviluppo. Per il 74% degli italiani il governo deve mantenere le sue promesse, destinando lo 0,7% del Pil all’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) entro il 2015. A rivelarlo, un sondaggio commissionato da Oxfam International, confederazione di 13 Ong impegnate nella lotta contro la povertà, e Ucodep. Il sondaggio, condotto su un campione di duemila cittadini italiani, mostra un'Italia solidale, vicina alle «popolazioni che vivono in stato di povertà e sono colpite più duramente dalla congiuntura economica”, dichiara Farida Bena, portavoce di Oxfam. E questo anche in tempi di crisi. Mantenere gli impegni presi a livello internazionale, questo è quanto chiede Oxfam al governo italiano. Una richiesta ancora più pressante con l'avvicinarsi del G8 dell'Aquila, che vedrà l'Italia nelle vesti del padrone di casa.
“Il problema della povertà è così grande, così esteso, così profondo – dichiarava nel 2002 il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, in occasione a Conferenza Onu sull’E-government per lo sviluppo – che, per quanto mi riguarda, a nome dell'Italia, mi impegno a mettere progressivamente a disposizione dei paesi che ne hanno bisogno maggiori risorse fino ad arrivare all’1 % del prodotto interno lordo”. Ma, nel 2009, le cifre sono ben diverse. L'Italia, in compagnia della Francia, si conferma maglia nera per gli aiuti. Il nostro paese doveva stanziare lo 0,33% del Pil in Aps già nel 2006. Nel 2008 è fermo allo 0,22%, e nel 2009 la percentuale potrebbe scendere fino allo 0,09%, il livello minimo del rapporto aps/reddito nazionale lordo dal '97.
Ma è soprattutto una mancanza che penalizza e blocca progetti per lo sviluppo già avviati, condizionando spesso la vita stessa dei beneficiari. Il diritto alla salute è l'emblema di queste promesse mancate. A partire dal 2005, i governi del G8 si sono impegnati a garantire l'accesso universale ai servizi di prevenzione, trattamento e cura dell'HIV/AIDS. Tuttavia, oggi solo un malato su cinque ha accesso alle cure, mentre al Fondo Globale contro HIV/AIDS, tubercolosi e malaria mancano 5 miliardi di dollari per realizzare i progetti.
Proprio per far fronte a questa emergenza e mettere i leader mondiali di fronte alle loro responsabilità, Oxfam e Ucodep hanno lanciato “La promessa più grande”, un'iniziativa all'interno della campagna “Per Tutti, Salute Acqua Istruzione”. Un modo per informare e sensibilizzare l'opinione pubblica, ma soprattutto per far pressione sui paesi del G8.
Fonte: lettera22.it
18 Giugno 2009