Acqua: i numeri dell’indecenza politica mondiale
Riccardo Petrella
Due cifre terribili, pubblicate dall’UNICEF e dall’OMS, confermano l’indecenza politica, sociale ed umana di tutte le classi dirigenti del mondo, in merito all’accesso all’acqua.
Ecco in due cifre terribili, pubblicate ieri dall’UNICEF e dall’OMS, confermata e inchiodata l’indecenza politica, sociale ed umana di tutte le classi dirigenti del mondo, a partire da quelle politiche, economiche, finanziarie, tecno scientifiche e morali-religiose, che si sono accontentate di dichiarazioni, promesse e “realismo” e non hanno voluto combattere le cause strutturali del grande furto della vita da loro mantenuto anche in questi ultimi 40 anni a scapito di miliardi di persone:
Una persona su tre al mondo non ha accesso all’acqua potabile buona (“safe drinking water”).
4,2 miliardi di persone – più della metà della popolazione mondiale – non hanno accesso ai servizi sanitari ed igienici. (Vedi rapporto “Progress on drinking water“)
Eppure sono decenni che queste inuguglianze scandalose, intollerabili, sono note, denunciate, diffuse.
Il fatto è che i dominanti se ne infischiano della vita delle persone e dei bambini, sono interessati solo alla crescita dell’economia mondiale, cioé della loro ricchezza e al rafforzamento dei loro poteri.
Esaltano con fierezza le tecnologie che consentono loro di accumulare più ricchezza e tutto diventa “smart”, meraviglioso, potente, possibile (caso dei dirigenti «occidentali»). Affermano che hanno i mezzi per il benessere di tutti e poi spendono il denaro dei cittadini (non il loro) per le armi, per le guerre, per i robots soldati (da esportare anche nei paesi detti «poveri»). Hanno i soldi e le conoscenze per costruire portaerei (caso dei dirigenti dell’India), ma non li usano per promuovere piccoli ed efficienti sistemi di acquedotti rurali che costano una sciocchezza rispetto agli aerei da caccia. Li usano per organizzare sistemi di distribuzione urbana d’acqua “potabile” via autobotti (perché è un buon business), come fanno i dirigenti del sud-est asiatico o delle grandi metropoli latino-americane ed africane), ma non per costruire reti di punti di acqua pubblici diffusi nelle grandi ed affollate periferie e baraccopoli del mondo (perché non producono profitto).
Questa tragica farsa mondiale deve cessare. Le petizioni sono buone, ma bisogna fare altre cose più efficaci. E’ fondamentale che i cittadini intamino vaste azioni collettive di opposizione su due piani: primo, la denuncia presso le istituzioni di giustizia , a tutt i livelli, delle resposabilità penali delle classi dirigenti per la morte di mliioni di bambini ogni anno e i rischi di morte per miliardi di persone a causa del non accesso all’acqua buona per la vita; secondo, la lotta per la rapida creazione di isitutuzioni ed organismi, a tutti i lvelli, di salvaguardia e promozione della sicurezza idrica collettiva mettendo fuori legge, a tal fine, la finanza criminale (paradisi fiscali, tra le altre cose) e la finanza speculativa (produzione di moneta dalla moneta interamente dissociata dall’economia reale).
Bruxelles, 18 giugno 2019
Riccardo Petrella
http://www.banningpoverty.org