Accoglienza, solidarietà, rispetto


La redazione


Sappiano bene che, come capita in ogni comunità, soprattutto laddove ci sono grandi bisogni sociali, ci sono tra loro persone che delinquono, ma forse non capita, purtroppo, di vedere reati anche più gravi in tanti settori della vita pubblica e privata della società italiana?


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Accoglienza, solidarietà, rispetto

Da poco abbiamo celebrato la Giornata della Memoria e ancora una volta abbiamo dimenticato che tra le vittime nei campi di sterminio nazisti c'erano anche cinquecentomila Rom.
Oggi in Italia sono circa centocinquantamila, di cui la meta' con cittadinanza italiana.
Ancora una volta, sui giornali del viterbese, non si parla di persone e famiglie che, come tutti gli esseri umani, hanno diritto di vivere in modo dignitoso, bensi' di un "allarmante problema Rom", di una "calata di nuovi barbari" ansiosi di "invadere e depredare" la nostra terra.
Sappiano bene che, come capita in ogni comunita', soprattutto laddove ci sono grandi bisogni sociali, ci sono tra loro persone che delinquono, ma forse non capita, purtroppo, di vedere reati anche piu' gravi in tanti settori della vita pubblica e privata della societa' italiana?
Rattristano e preoccupano le dichiarazioni, i toni usati e le azioni preannunciate da alcuni rappresentanti delle istituzioni del nostro territorio e da coloro che hanno un ruolo di responsabilita' politica, di fronte all'ipotesi che nella nostra provincia siano individuati alcuni comuni per dare ospitalita' a gruppi di famiglie Rom. Non si parla quasi per niente del merito del problema (ad esempio del numero ragionevole di nuove sistemazioni che un territorio puo' effettivamente offrire senza rimanerne
danneggiato) ma lo si demonizza a priori, e lo si rigetta ad altri.
Ogni comunita' umana e civile dovrebbe fare dell'accoglienza, della solidarieta' e del rispetto reciproco valori da indicare concretamente a tutti, soprattutto ai piu' giovani, perche' e' su di essi che si puo' costruire e fondare una convivenza pacifica.
Proprio per questo chiediamo a quanti hanno responsabilita' istituzionali, politiche, sociali ed educative di riflettere sui toni e sul significato delle parole che sono state fin qui utilizzati, di mettere in pratica i principi in cui si dice di credere e di cominciare a ragionare in termini di progetti ponderati, seri, condivisi, attuabili gradualmente dandosi mete, tempi, strumenti e piani verificabili.

Caritas di Viterbo
Comitato Nepi per la pace

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