Siria, Parigi e Berlino divise sull’intervento


Centro di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell'Università di Padova


Mentre Obama ci riflette e sposta le navi da guerra, Francia e Germania mostrano differenze di vedute: Hollande è per il sì, Merkel no. Italia non pervenuta.


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Negli Usa ci pensano. Vertice tra il presidente Usa Barack Obama e i Consiglieri anziani della sicurezza nazionale. Sulla Siria, dicono, tutte le opzioni sono in campo, l’intelligence sta valutando fatti e prove. E avendo visto come hanno lavorato in Iraq, c’è da tremare.

L’Iran, dal canto suo, mette in guardia contro “qualsiasi intervento militare” in Siria e denuncia come l’uso di armi chimiche nella strage di mercoledì sia stato compiuto dai ribelli: “esistono le prove” di questo, afferma il portavoce della diplomazia iraniana Abbas Araghchi. Come dire: pareri contrastanti. Ma non di questo parere sono i francesi. “Le nostre informazioni mostrano che Damasco ha compiuto un ‘massacro chimico’ di una tale gravità” che “non potrà non esserci una reazione forte” ha detto il ministro degli Esteri Laurent Fabius da Ramallah. Fabius ha chiesto che gli ispettori Onu presenti in Siria “possano effettuare i necessari controlli rapidamente”.

La cancelliera Angela Merkel, invece, è contro un intervento militare in Siria: “Non seguiamo la strada di una soluzione militare”, ha dichiarato a Berlino il portavoce governativo, Steffen Seibert. “Non crediamo che sia possibile risolvere (il conflitto) dall’esterno, crediamo invece che debba essere trovata una soluzione politica”, ha detto.

Fonte: http://www.globalist.it
24 Agosto 2013

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