A Roma si incontra la società civile somala e italiana per costruire il dialogo e la pace


La redazione


Si chiude oggi la prima conferenza della società civile somala. Occasione di dialogo tra esponenti di spicco di associazioni, università e business della Somalia.


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A Roma si incontra la società civile somala e italiana per costruire il dialogo e la pace

Quaranta delegati hanno preso parte alla prima conferenza della società civile somala, in corso a Roma dal 5 all’8 febbraio. Gli esponenti dell’associazionismo, del mondo accademico e di quello imprenditoriale della Somalia e della diaspora si sono confrontati oggi con la società civile italiana ed europea, in un dibattito che ha affrontato temi diversi, dall'istruzione alla situazione umanitaria della Somalia, dall'emergenza e la ricostruzione alla questione dell'insicurezza.
I lavori di oggi sono serviti a ribadire che una società civile somala esiste ed è quella che “fino a oggi ha permesso che la vita andasse avanti in Somalia. Ora ha bisogno del sostegno della comunità internazionale per essere legittimata e poter partecipare con maggior protagonismo alla ricostruzione del paese”. A sostenerlo, salutando l’inizio dei lavori, è stato Nino Sergi, il segretario generale di Intersos, che per conto dell’Associazione ONG Italiane ha fornito il supporto per l’organizzazione della conferenza.

Molte le voci somale che si sono susseguite nelle sessioni di lavoro, che hanno visto una grande partecipazione anche della comunità somala residente in Italia. Alle dichiarazioni di Hawa Aden, direttrice di un’associazione del Puntland che promuove i diritti delle donne, secondo cui la conferenza di questi giorni serve a riconoscere che la società civile somala “esiste, lavora e ottiene risultati”, ha fatto eco Maryam Yusuf Sheikh, responsabile di un network di organizzazioni di donne che opera a Mogadiscio, che ha sottolineato come ormai molte organizzazioni non governative somale siano totalmente serie e affidabili nel condurre il loro lavoro. “Non abbiamo dato delusioni”, ha rivendicato Maryam Yusuf, “a chi ha avuto il coraggio di raccogliere soldi per la Somalia”.
Una tesi fatta propria anche da Abdi Ali Raghe, giovane direttore di una Ong di Kisimayo che si occupa di sanità, che ha spiegato come le organizzazioni somale siano ormai “mature per un rapporto di partnership reale con le organizzazioni internazionali, tanto più che conoscono le problematiche del territorio e sono legittimate dalle comunità in cui operano”. È stata anche sottolineata l’urgenza di avere delle istituzioni politiche forti e rappresentative che possano ricreare la struttura di uno Stato in cui la società civile è chiamata sempre più a operare.

La conferenza si chiuderà oggi con l’incontro dei delegati somali con le istituzioni italiane ed europee presso il Parlamentino del CNEL (via Lubin 2).

Per informazioni:
info@somaliaforum.org

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