Libia, gli Usa riconoscono il governo degli insorti


Umberto De Giovannangeli - L'Unità


Il Cnt è il gruppo legittimo della Libia. Così il summit internazionale di Istanbul. Juppè: “La Nato continuerà raid durante Ramadan”. Il colonnello rifiuta la dichiarazione e chiama il popolo alla rivolta.


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Libia, gli Usa riconoscono il governo degli insorti

L'annuncio più importante viene da Hillary Clinton: gli Stati Uniti riconoscono formalmente l'opposizione libica (il Consiglio nazionale di transizione) quale legittimo governo della Libia. La segretaria di Stato Usa caratterizza così la riunione del Gruppo di Contatto svoltasi ieri a Istanbul. Il passo diplomatico annunciato da Clinton è importante per il Cnt perché potrebbe sbloccare miliardi di dollari di fondi libici congelati. «Finché un'autorità ad interim non sarà insediata spiega la responsabile della diplomazia americana – gli Stati Uniti riconosceranno il Cnt quale legittima autorità di governo per la Libia e tratteremo con esso su quella base». «Il Cnt ha offerto oggi (ieri, ndr) delle assicurazioni importanti, in particolare la promessa di attuare riforme democratiche, sia dal punto di vista geografico che politico», rimarca Hillary Clinton. «Gli Stati Uniti sono rimasti colpiti dai progressi fatti dal Cnt che rafforzano la nostra fiducia nel fatto che si tratti di un ottimo interlocutore», aggiunge la segretaria di Stato Usa che in mattinata aveva avuto un incontro bilaterale con il leader di Bengasi, Mahmoud Jibril.

OFFENSIVA DIPLOMATICA Il Gruppo di Contatto internazionale sulla Libia riconosce il Consiglio Nazionale di Transizione libico come autorità governativa legittima e chiede la formazione di un governo di transizione e l'abbandono del potere da parte di Muammar Gheddafi: è quanto si legge nel comunicato finale del vertice. Tale riconoscimento significa che sarà possibile scongelare un certo numero di asset appartenenti allo Stato libico, dato che è ormai il Cnt a esercitare questa responsabilità , spiega il ministro degli Esteri francese Alain Juppé a margine dei lavori. Il titolare del Quai d'Orsay entra nel merito della Road map delineata a Istanbul: «Essa (la Road map, ndr) dice Juppé – è molto chiara: innanzitutto un inequivocabile annuncio da parte di Gheddafi della sua intenzione di lasciare il potere e, specialmente, le sue responsabilità militari; poi un vero cessate il fuoco sotto il controllo dell'Onu e, speriamo, l'Unione africana». Il ministro francese riferisce anche che la Road map prevede che il popolo libico tenga una Conferenza nazionale che comprenda capi tribù e rappresentanti da Tripoli, la capitale attualmente sotto il controllo di Gheddafi. Dopo di ciò andrebbe scritta una Costituzione e tenute elezioni parlamentari per fondare una democrazia. Nel frattempo, la pressione militare della Nato non verrà allentata.

I RAID CONTINUANO «I rappresentanti di parecchi Paesi musulmani ci hanno chiaramente detto che non ci sono controindicazioni a proseguire durante il Ramadan le operazioni miranti a proteggere le popolazioni civili», sostiene Juppé. Al vertice , il quarto sulla Libia, hanno partecipato 21 delegazioni di altrettanti Paesi. A Istanbul è stato anche convenuto che dovrà essere soltanto l'inviato Onu, Abdel-Elah al-Khatib a negoziare un accordo con Tripoli e Bengasi. «Su di lui si accentreranno tutti i contatti diretti che vari Paesi, tra cui l'Italia, hanno condotto nelle ultime settimane con esponenti del regime», spiega il titolare della Farnesina, Franco Frattini. «La presenza di Gheddafi e della sua famiglia non può avere nessuno spazio ribadisce Frattini – non si tratta di stabilire se ma solo come e quando Gheddafi lascerà il potere e resta solo da vedere se dopo debba restare in Libia». In serata, arriva la risposta di Tripoli. In un messaggio audio trasmesso dalla tv di Stato, Gheddafi afferma che il popolo libico respinge il riconoscimento da parte degli Stati Uniti e di altri Paesi del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) quale legittimo governo della Libia. Rivolgendosi a decine di migliaia di persone a un raduno pro-regime a Zlitan, il Colonnello incita la folla: «Mettete questi riconoscimenti sotto i vostri piedi proclama Gheddafi Non valgono niente».

Fonte: l'Unità

16 luglio 2011

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