Il nuovo decreto per l’Assistenza territoriale: cosa c’è di buono e cosa non va.
La redazione
Martedì 26 luglio un incontro online organizzato dalla Rete Salute Welfare Territorio per analizzare il DM 77 per lo sviluppo dell’Assistenza territoriale.
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PNRR, approvato il DM 77 il Decreto per lo sviluppo dell’assistenza territoriale:
cosa c’è di buono, cosa non va. E come attuarlo.
Adesso la “palla” passa alle Regioni e serve un ruolo forte dello Stato
martedì 26 luglio 2022 ore 17
per partecipare su ZOOM: https://us02web.zoom.us/j/82081403977 – ID riunione: 820 8140 3977
diretta anche sul canale YouTube di salute diritto fondamentale
Discussione pubblica con la Rete SWT: Benedetto Saraceno, Elena Rubatto, Franco Rotelli, Emmanuele Pavolini, Margherita Miotto, Gavino Maciocco, Marco Geddes, Giovanna Del Giudice, Nerina Dirindin coordina Stefano Cecconi
SCARICA IL PROGRAMMA ➡️ 26-luglio-SWT-programma
➡️ Il DM 77 per lo sviluppo dell’Assistenza territoriale, in vigore dal 7 luglio 2022, è la Riforma prevista dal PNNR nella Missione 6 Salute, per “riempire” di contenuti operativi, di personale, di innovazioni organizzative (standard e requisiti) gli Investimenti del PNRR nel territorio: Case della Comunità, Assistenza Domiciliare, Ospedali di Comunità, e deve integrarsi con le Riforme e gli investimenti della Missione 5 Inclusione Sociale riferiti alle persone con disabilità e non autosufficienti.
➡️ Si tratta di dare corpo a una serie di interventi per potenziare finalmente l’assistenza socio sanitaria territoriale, la cui debolezza, da tempo denunciata difronte al dilagare di “un’altra epidemia”, quella delle malattie croniche e della nonautosufficienza, è stata causa di tanti problemi e di sofferenze anche durante l’emergenza pandemica.
➡️ Quello che è stato approvato, rilevante in alcune parti, ma che dovranno essere applicate bene, non sembra all’altezza delle aspettative in altre parti lacunose e discutibili.
➡️ Proprio sull’applicazione della riforma, che ora tocca alle regioni realizzare, incombe il rischio dell’autonomia differenziata che, soprattutto per sociale e sanità, aggraverebbe i divari esistenti tra i diversi territori del nostro Paese. E mentre ingenti risorse sono destinate a investimenti per costruire strutture e acquistare attrezzature, incombe anche il pericolo di un sottofinanziamento corrente per sanità e sociale, che impedisce di assumere e valorizzare il personale necessario a dare vita alla riforma stessa e a invertire la grave crisi che attraversa il SSN e i servizi sociali.
➡️ Crediamo che simili decisioni, che riguardano le condizioni di vita e i diritti di milioni di persone, che impongono innovazioni, che coinvolgono direttamente chi lavora nei servizi del welfare sociale e sanitario, meritino di essere accompagnate da un grande confronto che coinvolga, accanto alle istituzioni (Governo, Regioni, Comuni), le organizzazioni sociali e sindacali. Lo abbiamo già detto: solo la partecipazione responsabile dei cittadini e delle associazioni di rappresentanza può sostenere le scelte impegnative che il nostro Paese deve affrontare per superare questa drammatica emergenza e per costruire un nuovo futuro.
➡️ Ci troviamo in questa occasione per riprendere il filo di una discussione e di una mobilitazione, che deve svolgersi a livello nazionale, rivolta a Governo e a Parlamento, a partire dalla prossima legge di bilancio, ma anche a livello regionale/territoriale, dove si gioca una parte decisiva delle scelte da farsi nei prossimi mesi per l’attuazione della riforma e la costruzione di un nuovo sistema di welfare sociale e sanitario integrato, capace di rispondere in modo universale e appropriato ai bisogni di cura e di promuovere benessere in modo globale.
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