Immigrati: l’Europa fa acqua, il governo affonda


Osservatorio Tg


I limiti della politica di Bruxelles sui temi sociali quali quello dell’immigrazione, sono evidenti; quelli del governo italiano appaiono clamorosi. Intervista a Laura Boldrini, rappresentante italiano dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, sul braccio di ferro tra Roma e Bruxelles.


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Immigrati: l'Europa fa acqua, il governo affonda

I Tg di lunedì 11 aprile 2011- I limiti della politica di Bruxelles sui temi sociali quali quello dell’immigrazione, sono evidenti; quelli del governo italiano appaiono clamorosi. E’ possibile che alla Farnesina e al Viminale non siano in grado di interpretare le leggi e i regolamenti europei e che, supportati anche dalla Presidenza del Consiglio, Maroni e Frattini non sappiano far altro che mettere il broncio e minacciare l’uscita dell’Italia dalla Ue? Alcuni Tg appoggiano in maniera acritica gli “sfoghi” di Maroni e accennano soltanto al duro e inequivoco intervento di Napolitano: è il caso di Studio Aperto e Tg5, mentre Tg3, Tg La7, ma anche il Tg1enfatizzano la presa di posizione del Capo dello Stato e segnalano dunque la gravità delle affermazioni di Maroni. Il Tg di Minzolini, addirittura,  parla di spaccature nel Pdl sull’atteggiamento verso Bruxelles. Nel commento abbiamo chiesto a Laura Boldrini, rappresentante italiano dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, come dal Palazzo di Vetro si valuta la complessa situazione del braccio di ferro tra Roma e Bruxelles.

Diversi Tg riportano, come se si trattasse di un fatto ordinario, l’ulteriore show del Presidente del Consiglio davanti al Palazzo di Giustizia di Milano. Studio Aperto ha contato tremila supporters di Berlusconi radunati sotto al tribunale, Emilio Fede nel Tg4 abbassa leggermente le stime arrivando a mille; il Tg1 decide di aprire sulla “claque” di Berlusconi;  secondo titolo per Tg1, Tg2 e Tg5. Il Tg3 e il TgLa7 approfondiscono l’ennesimo attacco alla magistratura che il premier ha scagliato stamani fuori dall’aula.

Per i Tg nostrani, quasi sempre a secco di notizie economiche sulla crisi, grande occasione colta da Studio Aperto e dal Tg1 per annunciare in pompa magna che l’aumento del Pil supererà, forse, quota 1%, assestandosi ad un clamoroso 1,1%.
Segnaliamo che il tg di Fede presenta una lunga apertura dedicata a William e Kate, ospitando il direttore di “Chi” Signorini. Studio Aperto invece, a corto di cronaca criminale di giornata, “riapre” il caso dell’omicidio di un sacerdote nello spezzino; il nuovo testimone potrebbe essere il suo fantasma che popola la canonica.

di Lorenzo Coletta

Fonte: www.articolo21.org

12 aprile 2011

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Il Commento di Laura Boldrini, rappresentante italiana dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati

Vista Da Roma in queste ore la vicenda sbarchi e profughi sembra un affronto dell’Europa nei confronti dell’Italia. Vista da Bruxelles è sicuramente una vicenda seria e grave, ma non richiede particolari ed eccezionali provvedimenti; e vista  dal palazzo di vetro dell’Onu, vista dall’Alto commissariato dei rifugiati? Com’è la situazione?

“Ma, guardi, noi cerchiamo di interpretare tutte le disposizioni che sono presenti nella legislazione  europea, e dunque, per quanto riguarda la direttiva europea sulla protezione temporanea a noi risulta chiaro che questo provvedimento viene messo in atto quando si tratta di “Mass inflax”, cioè quando si tratta di afflussi di massa di persone che hanno dovuto abbandonare il loro paese, che sono state costrette ad abbandonare il loro paese per motivi di conflitti e di violenza generalizzata. Persone che, se rimandate indietro, rischierebbero gravi violazioni dei diritti umani. Dunque questa direttiva europea del 2001 si basa su questi concetti, che però non sembrano sussistere nel caso dei tunisini giunti in Italia. Si tratta, infatti, di circa 25 mila tunisini che sono scappati principalmente per motivi economici, che temono che ci sarà una crisi economica nel loro paese – quindi anche per quanto riguarda la stagione turistica – e voglio esercitare questa loro libertà andando a lavorare all’estero e mandare i soldi a casa. Si tratta di un’altra tipologia dunque: sono migranti “economici”, che sono entrati irregolarmente. Dopodiché va anche visto come la protezione temporanea data a livello nazionale in base all’articolo 20 del testo unico dell’immigrazione possa consentire anche la libera circolazione negli altri paesi dell’Unione Europea: ed è evidente che qui ci sono criteri che debbono essere rispettati. Quindi l’Italia, in qualche modo, ha sanato la posizione di questi tunisini, e riteniamo che sia stata una cosa appropriata da fare perché era comunque impossibile raggiungere un accordo con la Tunisia di rimandare indietro queste persone  che già erano arrivate in Italia. Però questo provvedimento ha più valore in Italia che fuori dai confini nazionali”.

Professoressa, l’Italia che si sente umiliata e offesa in alcuni comparti, soprattutto dell’Area governativa in queste ore, diciamo quindi che è un po’ “fuori sintonia” da quelle che sono le regole attuali dell’Europa …

“Diciamo che l’Italia avrebbe voluto maggiore solidarietà a livello di Stati, a livello bilaterale. Evidentemente però l’Europa non ha ancora maturato questo senso di divisione delle responsabilità. C’è anche da fare un altro ragionamento: ad oggi in Europa ci sono ventisette legislazioni diverse in materia di immigrazione ed asilo, vale a dire che gli stati sono stati molto gelosi di questa materia e non hanno ceduto alle istituzioni europei la facoltà di poter gestire questa materia. Oggi si vedono dunque i limiti di questo assetto perché se ognuno vuole tenersi la propria legislazione quando c’è una situazione di questo genere le istituzioni europee si trovano nella posizione di non poterla gestire a livello comunitario. Si è tentato allora di invocare la solidarietà degli stati membri, ma noi abbiamo visto anche in passato quando altri stati europei con flussi persistenti di persone hanno dovuto far da soli. L’esperienza dei Balcani è quella più evidente e più chiara. Negli anni Novanta la Germania si è trovata centinaia di migliaia di persone che hanno fatto richiesta d’asilo proprio perché fuggivano dai Balcani. Nel solo 1992 ci furono 440 mila domande di asilo in un solo anno e non ci fu nessun meccanismo di solidarietà. Uno potrebbe dire: “Sì, ma sono passati molti anni”, e dunque si sarebbe sperato in un processo politico più intenso rispetto ad allora, che l’Europa avesse più una connotazione da soggetto politico. Certo, ma evidentemente, oggi come allora, la risposta è invece sempre la stessa: che ognuno quando si trova, specialmente flussi di migranti economici, come in questo caso, non può che fare per se”.

Intervista di Alberto Baldazzi

Fonte: www.articolo21.org

12 aprile 2011

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