Libia, si combatte e si muore


Roberto Zichittella


La controffensiva dell’esercito di Gheddafi verso la Cirenaica, con scontri violenti intorno ai pozzi petroliferi. A Bengasi il Governo francese riconosce il Consiglio degli insorti.


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Libia, si combatte e si muore

In Libia la situazione sul campo resta confusa. Ormai il conflitto fra il colonnello Gheddafi e gli insorti si è fatto strisciante e assume sempre più i contorni di una vera guerra civile. Il resto del mondo guarda preoccupato alle vicende libiche e stenta a trovare una unità di intenti su come, quando e che cosa fare.

Per quanto riguarda il conflitto armato, in questi ultimi giorni le forze lealiste hanno tentato di riconquistare il terreno perduto nei primi giorni di attacco da parte degli insorti. La controffensiva dell'esercito di Gheddafi ha puntato verso la Cirenaica, divenuta la roccaforte della rivolta contro il regime. I combattimenti sono stati molto violenti soprattutto attorno a Misurata e nel porto petrolifero di Ras Lanuf, dove sembra che Gheddafi stia avendo la meglio.

Si combatte duramente anche a Zawiya, una città a Ovest della capitale Tripoli. I testimoni raccontano che l'esercito di Gheddafi attacca con bombardamenti da parte dell'aviazione, lanci di razzi e avanzate di carri armati. Gran parte delle città coinvolte nelle battaglie sono state seriamente danneggiate. A Ras Lanuf è stato evacuato un ospedale ed è stata colpita anche una moschea in un'area residenziale. Questi combattimenti hanno causato molte vittime, anche fra la popolazione civile.

Dagli ospedali arrivano notizie drammatiche, ma un calcolo esatto dei morti e dei feriti resta complicato. Anche la Croce Rossa Internazionale ha lanciato un allarme per l'alto numero di vittime e di feriti. Sul piano diplomatico va segnalata la presa di posizione della Francia. Il governo francese ha legittimato come rappresentante del popolo libico il Consiglio nazionale creato dagli insorti a Bengasi.

Ora il presidente Sarkozy ipotizza la possibilità di raid aerei mirati sulla Libia per neutralizzare le forze ancora fedeli a Gheddafi. Per il ministro Frattini, l'Italia non parteciperà a eventuali raid. Intanto il segretario generale della Nato Rasmussen avverte che qualsiasi azione di tipo militare della Nato necessiterà di un “chiaro mandato” da parte delle Nazioni Unite.

Fonte: www.famigliacristiana.it

10 marzo 2011

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