Na jurnata ‘e festa


La redazione


Tonio Dell’Olio, oggi 8 marzo, dedica il suo editoriale “…agli occhi delle donne pieni zeppi degli amori della loro vita” e a tutte le altre donne che fanno parte della nostra società. A seguire l’articolo di Giorgio Beretta.


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Na jurnata ‘e festa

Se questa giornata di festa e di lotta è per tutte le donne, lasciate che io ne ricordi almeno alcune. Che sia dedicata questa giornata agli occhi delle donne pieni zeppi degli amori della loro vita. Dei loro amori tutti. Anche di quelli rotolati lungo le strade in salita ma che contano lo stesso perché eterno non sempre vuol dire “per sempre” ma sicuramente è “profondamente”. Alle donne che per difendere la propria dignità e gridare il desiderio d’essere liberate hanno scelto il proprio tempo, questo tempo: Se non ora quando? Alle donne d’Africa che meritano il Nobel della Pace perché hanno un intero continente sul capo come una cesta eppure camminano fiere e non sono disposte affatto a piegarsi davanti al potere (sost. singolare maschile). A quelle che hanno partecipato alla nostra Costituzione. Poche, ma c’erano. E le hanno dato l’anima. Alle donne che ogni uomo ha incastonate nella propria vita come io nella mia. E a quelle avvolte felici negli abiti arcobaleno e vanno per la strada aprendo la via ad altre e ad altri. A voi, che mi generate continuamente alla vita, l’augurio che dopo la tempesta ci sia sempre una ‘jurnata ‘e festa.

Fonte: Mosaico dei giorni

8 marzo 2011

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Giornata della donna in Italia, nel Nord Africa e nel mondo per la parità di diritti

“Incontriamoci l’8 marzo fuori dagli asili, negli uffici, nei parchi, nei condomini, nelle scuole, tra amiche, nei luoghi di lavoro, nelle università e parliamo di donne, di lavoro, di maternità e paternità. Discutiamo anche dell’informazione e del modo in cui i media rappresentano o non rappresentano queste realtà. Dobbiamo essere in tante”. E’ l’appello lanciato per oggi ‘Giornata internazionale della donna’ dal movimento “Se non ora quando? Adesso!” che invita oggi tutte a legarsi virtualmente con un fiocco rosa beneaugurante, nel 150esimo dell’Unità d’Italia, per una rinascita del nostro Paese. “Dopo aver riempito le piazze con la manifestazione del 13 febbraio – scrivono nell’appello – adesso ci siamo e apriamo il confronto sui temi proposti dal nuovo appello: i lavori, la maternità/paternità, l’informazione. Le parole d’ordine, stavolta, sono informare, chiedere e ottenere”.
Un messaggio, quello delle donne italiane, che è in sintonia col tema della Giornata internazionale di quest’anno che è “Equal access to education, training and science and technology: pathway to decent work for women” (Parità di accesso all’istruzione, alla formazione, alla scienza e alla tecnologia: la strada per un lavoro dignitoso per le donne).
“Sebbene il divario di genere nell’istruzione stia scomparendo, restano ampie differenze all’interno e tra gli Stati – afferma il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon nel suo messaggio. Tuttora l’educazione viene negata a troppe ragazze che lasciano gli studi prematuramente o completano la scuola con competenze limitate e quindi minori opportunità. Donne e bambine continuano a subire discriminazioni e violenze inaccettabili, spesso per mano del compagno o di parenti. In casa e a scuola, al lavoro e nella comunità, essere donna vuol dire troppo spesso essere vulnerabile. Inoltre, in molte zone di conflitto la violenza sessuale è deliberatamente e sistematicamente utilizzata per intimidire le donne e intere comunità”.
“I diritti delle donne dovrebbero essere in cima alla lista delle nuove priorità” – sostiene Navy Pillay, Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani con particolare riferimento alle donne protagoniste delle manifestazioni popolari in Medio Oriente e in Nord Africa. “Come altri membri della società – ha continuato Pillay – le donne hanno subito l’impatto della repressione, della corruzione e della mancanza di giustizia sociale. Molte donne in Tunisia ed Egitto hanno subito torture, sono state arbitrariamente arrestate e messe a tacere”. “Il concetto di democrazia si realizza veramente solo nel momento in cui il processo decisionale politico è condiviso da uomini e donne, ed è garantita la piena partecipazione delle donne nella ricostruzione istituzionale” – ha concluso Pillay auspicando che “i diritti delle donne siano alla base di questo nuovo inizio” ed invitando a “stare all’erta contro ogni possibile regresso”.
La Campagna Noppaw (Nobel Peace Prize for African Women), che propone l’assegnazione del Nobel per la Pace 2011 alle donne africane nel loro insieme, nei giorni scorsi ha rilanciato ai mass-media la proposta di dedicare oggi la prima pagina delle testate alle donne africane. “Ciò che sta accadendo in Nord Africa ha connotati simili a ciò che accade anche in tanti altri paesi dell’Africa sub-sahariana dove spesso i forti interessi economici superano i diritti umani” – ha detto alla presentazione della proposta la congolese Pauline Kashale. “È importante che i media si occupino di queste realtà, troppo spesso sottaciute – ha sottolineato – e che la comunità internazionale accolga il vento di democrazia che spira nel Nord del continente e sappia creare i presupposti affinché questo vento raggiunga anche il resto dell’Africa”.
La ong ActionAid – che dedica un ampio spazio del proprio sito alle testimonianze di donne in diverse parti del mondo evidenzia che oggi, 8 marzo, è prevista una grande manifestazione a Bhopal per far cessare le vergognose violenze contro le donne e di stabilire una condizione di pari diritti e opportunità per le donne e gli uomini. Già ieri mattina, circa un centinaio di manifestanti ha organizzato un sit-in di protesta a Bhopal: con un bavaglio nero sulla bocca, lucchetti e catene a legare idealmente braccia e gambe hanno messo in scena la difficile condizione di vita della donna nella regione indiana del Madhya Pradesh, una delle più problematiche al mondo per quanto riguarda le violenze di genere. Il sit-in rientra in una più ampia campagna di sensibilizzazione organizzata da Jan Pahel, una piattaforma locale per diverse associazioni che combattono per i diritti delle minoranze e di cui ActionAid fa parte.
Le origini della festa dell’8 marzo risalgono al 1908 quando a New York le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme. Da allora la data dell’8 marzo venne proposta come Giornata di lotta internazionale a favore delle donne e dal 1975 è diventata una Giornata internazionale celebrata dall’Onu.

di Giorgio Beretta

Fonte: www.unimondo.org

8 marzo 2011

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