“Le anime belle pacifiste più forti di certa realpolitik”


Umberto De Giovannangeli - L'Unità


Le rivolte nordafricane: “Ci hanno sorpreso perché in Italia siamo culturalmente vecchi”. Il Forum su Unita.it con video e interviste a Paolo Beni, Flavio Lotti e Michele Consiglio.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
"Le anime belle pacifiste più forti di certa realpolitik"

“Abbiamo bisogno delle “anime belle”, perché quelle sporche, le anime insanguinate hanno prodotto solo sfracelli”. Le “anime belle” che guardano alle rivolte che scuotono il Nord Africa e il Vicino Oriente come concreta speranza di cambiamento e non come pericolo, paura di “invasione”.

Le “anime” che credono che la “diplomazia dei diritti” debba soppiantare la “diplomazia degli affari” che ha portato l'Italia, in particolare l'Italia del Cavaliere a sostenere i peggiori satrapi della sponda Sud del Mediterraneo, da Ben Ali a Muammar Gheddafi.

Del bisogno di “anime belle” parla Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, nel forum organizzato da l'Unità, che ha visto la partecipazione anche della direttrice del nostro giornale, Concita De Gregorio, di Paolo Beni, presidente nazionale dell'Arci e di Michele Consiglio vice presidente nazionale delle Acli.

“In Italia, anche per responsabilità dei grandi mezzi di comunicazione, non c'è la consapevolezza della portata epocale degli eventi che avvengono alle porte di casa nostra. Siamo di fronte – se guardiamo in particolare alla Tunisia e all'Egitto – a rivoluzioni democratiche e pacifiche. Un risveglio inatteso, che ci ha spiazzato”, annota Paolo Beni.

”Ha spiazzato un Paese di vecchi, come è l'Italia, un Paese di vecchi non solo in età anagrafica ma nel modo di pensare, di guardare al mondo globalizzato, un Paese che ha visto crescere nella sponda Sud del Mediterraneo, rivoluzioni giovani fatte da giovani. E questo ha messo in crisi categorie culturali, prim'ancora che politiche, con le quali si analizzava ciò che accadeva nel Maghreb, in Medio Oriente…”, incalza Michele Consiglio.

Quello che accade è un'opportunità da cogliere e non un pericolo contro cui alzare Muri di ostilità e di diffidenza, fisici e mentali. “Siamo di fronte a rivoluzioni “laiche”, non fondamentaliste, che tengono insieme “pancia” e mente, pane e diritti. In quelle piazze non sono state bruciate bandiere americane o israeliane, e anche questo è un segnale di straordinaria rilevanza che non è colto appieno nel nostro Paese”, rileva ancora il vice presidente delle Acli.

“Ciò di cui c'è bisogno – incalza Lotti – è di una solidarietà vera, non strumentale, che si rifletta nelle piazze ma anche in un lavoro quotidiano che costruisca un senso comune diffuso, partendo dalla comunicazione: quella che ci propina la Tv pubblica – pensiamo solo al Tg1 minzoliniano – è semplicemente scandalosa”. Solidarietà concreta significa anche rigettare con forza – convergono i partecipanti al forum – qualsiasi avventura militare in Libia, “camuffata” da ragioni umanitarie.

Una solidarietà concreta si nutre di fatti e gesti simbolici: come l’essere protagonisti – Arci, Acli, Tavola della pace- di un progetto di accoglienza dell’umanità che cerca un futuro di vita nel Belpaese: i nostri fratelli Articani. E gesti semplici: come esporre il 17 marzo – nei 150 anni dell’unità d’Italia – da ogni finestra, assieme al tricolore, la bandiera della pace. Per riaffermare che la pace è nel dna dell’Italia.

Forum all'Unità con Paolo Beni, presidente Arci (GUARDA L'INTERVISTA); Michele Consiglio, vice presidente Acli (GUARDA L'INTERVISTA); Flavio Lotti, coordinatore Tavola della Pace(GUARDA L'INTERVISTA).

GUARDA IL VIDEO DEL FORUM

Fonte: l'Unità

4 marzo 2011

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento