Le ferite dell’ambiente sono ferite dell’umanità
L'Osservatore Romano
Il Papa indica nell’Amazzonia il paradigma dell’atteggiamento predatorio contro la natura.
La regione amazzonica rappresenta oggi il «triste paradigma» di quanto sta avvenendo in molte altre parti del pianeta: «Una mentalità cieca e distruttrice che predilige il profitto alla giustizia» e «mette in evidenza l’atteggiamento predatorio con il quale l’uomo si rapporta con la natura». La forte denuncia è di Francesco, che in un messaggio inviato ai partecipanti al secondo forum delle comunità Laudato si’ — riuniti il 6 luglio ad Amatrice per riflettere sul tema «Pianeta Amazzonia» — torna a esprimere le sue preoccupazioni per la «situazione grave e non più sostenibile» della vasta regione sudamericana alla quale sarà dedicato il Sinodo dei vescovi che si terrà dal 6 al 27 ottobre.
Mettendo in evidenza la stretta interconnessione tra «giustizia sociale ed ecologia» — «le ferite inferte all’ambiente sono inesorabilmente ferite inferte all’umanità più indifesa» ammonisce — il Pontefice avverte che «ciò che sta accadendo in Amazzonia avrà ripercussioni a livello planetario, ma già ha prostrato migliaia di uomini e di donne derubate del loro territorio, divenute straniere nella propria terra, depauperate della propria cultura e delle proprie tradizioni, spezzando l’equilibrio millenario che univa quei popoli alla loro terra». Per Francesco «l’uomo non può restare spettatore indifferente dinanzi a questo scempio, né tanto meno la Chiesa può restare muta: il grido dei poveri deve risuonare sulla sua bocca».
Alle comunità Laudato si’, promosse dalla Chiesa di Rieti e da Slow food, il Pontefice affida tre consegne racchiuse in altrettante parole — dossologia, eucaristia e ascesi — auspicando che esse «possano essere germe di un rinnovato modo di vivere il mondo».
E all’impegno per la salvaguardia del creato il Papa accenna anche nel tweet postato sull’account @Pontifex nella mattina di sabato 6 in occasione della Giornata internazionale delle cooperative: «Abbiamo bisogno di persone e istituzioni che difendano la dignità dei lavoratori, la dignità del lavoro e il bene della terra, nostra casa comune. #CoopsDay».
Osservatore Romano
8 luglio 2019