Tavolata senza muri in 25 città
Avvenire
Trentotto associazioni insieme per dare vita a un incontro nel segno dell’amicizia e della condivisione.
La “Tavolata italiana senza muri” torna a colorare via della Conciliazione a Roma e testimonia la voglia di una parte del Paese di non arrendersi alla logica dello scarto.
La seconda edizione, promossa da Focsiv-Volontari nel mondo, Municipio Roma I-Centro storico e Movimento adulti scout cattolici (Masci), segna il passaggio verso una dimensione nazionale dell’iniziativa, che ieri ha visto l’adesione di altre 24 città. Dove le 38 associazioni partecipanti hanno servito in totale più di 5mila pasti ad altrettanti immigrati.
«La mensa è anche il simbolo del Regno di Dio e il luogo dove la famiglia si ritrova. Vogliamo ribadire che tutta l’umanità è una grande famiglia – ha ricordato monsignor Luigi Bressan, arcivescovo emerito di Trento e rappresentante Cei alla Focsiv –. I confini sono al servizio dei popoli non servono a dividerli».
«Stiamo costruendo un consenso dal basso attorno all’idea che senza solidarietà non c’è futuro – ha aggiunto Gianfranco Cattai, presidente della Focsiv –. Sedendoci a tavola cerchiamo di creare reciprocità tra culture diverse. Siamo convinti che esista il diritto alla migrazione come quello a non migrare».
Moltissime le realtà della società civile che hanno voluto offrire il loro contributo, dalla Coldiretti alle Acli, dall’Agenzia Scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo alla Caritas, e poi ancora Intersos, Legambiente, Actionaid, Libera e molte altre. «Queste persone sono qui per dire che la solidarietà va costruita ogni giorno con un esempio di vita – ha commentato Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio I –. Oggi lo facciamo a Roma e siamo felici di aver coinvolto anche altre località». «C’è un virus che aleggia in Italia, quello della paura e dell’odio – ha avvertito la presidente del Masci, Sonia Mondin –. Crediamo si possa sconfiggere con l’antidoto della collaborazione e della solidarietà».
Attorno alle due tavolate di 270 metri, allestite tra via Rusticucci e via Traspontina, si sono seduti più di 1.300 immigrati ai quali si sono aggiunti alcuni senzatetto.
Il pranzo, concepito per essere sostenibile e rispettoso di ogni credo religioso, ha visto anche la partecipazione di alcuni esponenti politici: «La predicazione di odio portata avanti da alcuni esponenti dl governo sta portando a una perdita del senso di umanità», ha fatto notare Silvia Costa, già parlamentare europea del Pd. «Ma la paura si abbatte solo attraverso la conoscenza», ha sottolineato Laura Boldrini, deputata di Leu.
Avvenire – 15 giugno 2019