Niente soldi per i diritti umani
Elisabetta Norzi
La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati minaccia di affossare la legge sull’educazione ai diritti umani e alla pace proposta dalla Tavola della pace. La denuncia dell’onorevole Giulietti, primo firmatario della legge.
La proposta di legge sui diritti umani rischia di essere affossata, al primo passo del suo iter. Una proposta che prevede lo stanziamento di due milioni di euro per la promozione di una vasta campagna di educazione alla pace e ai diritti umani in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L’allarme arriva dall’onorevole Giuseppe Giulietti, primo firmatario della legge.
Onorevole Giulietti, innanzitutto che cosa prevede la proposta?
Prevede una diffusione, che parta dai media e arrivi fino alle scuole, della conoscenza dei diritti umani e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, dopo sessanta anni dalla sua promulgazione. Uno stanziamento, quindi, di due milioni di euro per mettere in campo azioni positive quotidiane su questi temi. Ci proponiamo di usare tutti i giorni del prossimo anno per iniziative che favoriscano la conoscenza dei diritti, e perché diventino realtà in Italia e nel mondo.
A che punto è la discussione in Parlamento?
La proposta di legge è stata accolta positivamente in Commissione esteri, tanto dal centro-sinistra come dal centro-destra. Con l’obiettivo di partire dal 10 dicembre 2007 con iniziative e attività sui diritti umani, coordinate dai due ministeri insieme (le pari opportunità hanno infatti la delega ai diritti umani). Fino a qui, dunque, c’è stato un dibattito positivo, che ha coinvolto tutti. Giovedì invece…
Cosa è successo?
La novità non positiva è che giovedì, in Commissione bilancio, quella stessa proposta di legge condivisa da tutti, ha rischiato di essere affossata. Alla Commissione bilancio sono giunti tre pareri negativi da parte del Ministero degli Affari Esteri. In sostanza è venuto fuori che i soldi previsti per la nuova legge devono essere spesi per altro, quindi non c’è spazio in bilancio per i diritti umani. La votazione, per puro caso, è stata rinviata, ma se si fosse votato ieri, la proposta di legge sarebbe stata definitivamente affossata. Non riesco ancora a spiegarmi come sia potuto accadere. Penso ci siano resistenze burocratico-amministrative. Altrimenti, come si spiega che una proposta che ha il sostegno di tutti rischi poi di non vedere nemmeno la luce? Non è possibile che si arrivi a un così ampio consenso, da parte dei politici, della società, del mondo della cultura e poi arrivare all’affossamento della legge.
Come è nata questa proposta di legge?
La proposta è nata all’interno della Tavola della pace, insieme al Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dal Centro Diritti Umani dell’Università di Padova e dall’associazione “Articolo 21”. Nasce dunque da un’ispirazione profonda, dal popolo della pace, che non a caso ha posto il tema dei diritti umani alla Marcia Perugia-Assisi di quest’anno.
La proposta cerca anche di coinvolgere i media, in che modo?
Abbiamo proposto alla Rai di creare un nuovo “format” sui diritti umani da sviluppare durante tutto il 2008 con appositi programmi, campagne e palinsesti. Ma per ora non abbiamo nessuna risposta concreta, e temi come la Birmania, la pena di morte continuano a non andare mai in prima serata.
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