Florida, studenti in sciopero contro le armi


Avvenire


Le iniziative della società civile per scuotere il Congresso e sensibilizzare sulla necessità di maggiori controlli sul possesso delle armi


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Erano trascorse poche ore dalla strage alla Marjory Stoneman Douglas High School a Parkland, in Florida, quando una giovane sopravvissuta aveva reagito al tweet di cordoglio del presidente Trump digitando a sua volta: «Non abbiamo bisogno delle tue lacrime, abbiamo bisogno che si faccia qualcosa per fermare le armi... ». Altri ragazzi ai microfoni delle emittenti televisive hanno espresso la convinzione che il Parlamento deve scuotersi e sia arrivato il momento di rafforzare i controlli.

Ma nel Paese in cui il presidente nel messaggio alla Nazione spende parole commosse nel ricordo delle giovani vite spezzate ma tace sul motivo della tragedia, e cioè sul fatto che un 19enne dalla mente malata abbia libero accesso ad armi di guerre, sembra perfino impossibile che qualcosa possa cambiare. Eppure in queste ore il web registra diversi tentativi di sensibilizzare il Parlamento con la mobilitazione dal basso.

Almeno due scioperi degli studenti sono stati indetti grazie al tam tam sul web. Il primo è stato organizzato per il 14 marzo, ed è lanciato dal movimento di sinistra Women’s March Youth Empower, una branca della Women’s March: lo sciopero nelle intenzioni scatterà alle 10 di mattina (per ogni fuso orario) e durerà 17 minuti. L’appuntamento sta viaggiando sul web con l’hashtag #enough. “Chiediamo al Congresso di approvare leggi che ci proteggano dalle armi da fuoco nelle nostre scuole, nelle nostre strade, nelle nostre case e nei posti di lavoro”.

Il secondo nasce dall’iniziativa di The Network for Public Education ed è stato fissato in una data simbolica come il 20 aprile, il giorno in cui, nel 1999, si consumò il massacro nella high school di Columbine, vicino a Denver (Colorado), in cui morirono 12 tra studenti e insegnanti. I due killer si uccisero nella biblioteca della scuola prima di essere catturati. La strage di Columbine resta tra i più sanguinosi episodi di massacro scolastico nella storia degli Stati Uniti assieme a quello della Bath School (1927) e, successivamente, del Virginia Tech (2007), della Sandy Hook Elementary School (2012) e della Marjory Stoneman Douglas High School (2018) in Florida.

Il 20 aprile, dunque, studenti e professori sono invitati a uno sciopero nazionale (National Day of Action) per chiedere leggi che limitino la circolazione delle armi da fuoco: gli stessi organizzatori hanno lanciato una petizione su change.org e in pochissimo tempo hanno raggiunto il primo target di 5mila firme.

Cambierà qualcosa? La politica si scuoterà? A dire il vero, lo scetticismo prevale: accanto a queste iniziative cresce anche l’onda di chi chiede che i professori si dotino di pistole e fucili oppure che le scuole assumano vigilanti armati. Sarà un’altra tragica occasione persa?

Antonella Mariani

Avvenire

18 febbraio 2018

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