Per una pace stabile e duratura


L'Osservatore Romano


Videomessaggio del Pontefice alla vigilia del viaggio in Colombia


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«Una pace stabile, duratura, perché possiamo vederci e trattarci come fratelli, non come nemici». La auspica Francesco nel videomessaggio rivolto al popolo della Colombia alla vigilia della partenza per il paese latinoamericano, dove si reca dal 6 settembre per il ventesimo viaggio internazionale del pontificato. Il volo papale decolla intorno alle 11 dall’aeroporto romano di Fiumicino, diretto a Bogotá, la prima delle quattro città meta della visita. L’arrivo è previsto alle 16.30 locali — quando in Italia saranno le 23.30 — allo scalo della capitale colombiana, dove è in programma la cerimonia di benvenuto alla presenza del capo dello stato e delle autorità religiose e civili.

«Verrò — spiega Francesco nel videomessaggio — come pellegrino di speranza e di pace, per celebrare con voi la fede nel nostro Signore e anche per imparare dalla vostra carità e dalla vostra perseveranza nella ricerca della pace e dell’armonia». Dopo aver ringraziato il presidente della Repubblica e i vescovi per l’invito a visitare la Colombia, il Papa esprime riconoscenza a «tutti coloro che hanno collaborato e continuano a farlo» affinché l’atteso incontro «diventi una realtà». Citando il motto del viaggio “Facciamo il primo passo”, il Pontefice ricorda poi «che abbiamo sempre bisogno di fare un primo passo per qualsiasi attività e progetto». Dunque si tratta di «essere i primi ad amare, a costruire ponti, a creare la fraternità». Inoltre «fare il primo passo ci incoraggia a uscire per andare incontro all’altro, a tendere la mano e a scambiarci il segno della pace». Quella pace «che la Colombia cerca e per il cui conseguimento lavora da molto tempo». Del resto, aggiunge il Pontefice, «la pace ci ricorda che siamo tutti figli dello stesso Padre che ci ama e ci conforta».

Infine Francesco si dice «onorato di visitare questa terra ricca di storia, cultura, fede, uomini e donne che hanno lavorato con determinazione e perseveranza per renderla un luogo in cui regna l’armonia e la fraternità, in cui il Vangelo è conosciuto e amato, dove dire fratello e sorella non risulta un segno strano, ma un vero e proprio tesoro da proteggere e difendere». Del resto, prosegue, «il mondo di oggi ha bisogno di consiglieri di pace e di dialogo». E in tale contesto «la Chiesa è chiamata a promuovere la riconciliazione con il Signore e con i fratelli, ma anche la riconciliazione con l’ambiente che è una creazione di Dio e che stiamo sfruttando in modo selvaggio». Da qui l’auspicio conclusivo che la visita «sia come un abbraccio fraterno» a ciascun colombiano.

5 settembre 2017

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