L’Iran inaugura il drone-bombardiere


Marina Forti


Inaugurata la centrale elettronucleare iraniana, la prima in Medio Oriente: trionfa l’«uso pacifico dell’atomo», dice Mosca. L’Iran, sotto sanzioni per il suo programma di arricchimento dell’uranio, dice che non rinuncerà ai suoi diritti.


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L'Iran inaugura il drone-bombardiere

Ci sono voluti 35 anni, ma infine l'Iran ce l'ha fatta: ieri ha inaugurato la sua prima centrale elettronucleare, presso la cittadina di Bushehr sulla costa del Golfo persico, che sarà anche la prima in tutto il Medio Oriente.
Una cerimonia ha segnato ieri l'avvio del trasferimento delle barre di combustibile, già in attesa in un sito di stoccaggio, all'interno del reattore di Bushehr. E per l'occasione erano presenti il capo dell'Agenzia atomica iraniana, Ali Akbar Salehi, e la sua controparte russa Sergei Kiriyenko, direttore dell'ente atomico di stato Rosatom, Sergei Kiriyenko.
La tv iraniana (e quella russa) hanno trasmesso immagini dell'inaugurazione, e della successiva conferenza stampa: «Nonostante le pressioni, le sanzioni e le difficoltà imposte dalle nazioni occidentali, stiamo assistendo all'avvio del più grande simbolo delle attività nucleari pacifiche iraniane», ha dichiarato Salehi.
«E' un giorno speciale sia per gli iraniani che per i russi», ha aggiunto Kiriyenko, tra sorrisi e strette di mano: «La costruzione della centrale nucleare di Bushehr è un chiaro esempio che mostra come ogni paese, se si attiene alla legislazione internazionale esistente e fornisce un'interazione efficace e aperta con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, deve avere l'opportunità di accedere all'uso pacifico dell'atomo».
Parole fatte per rispondere a distanza alle numerose critiche che la Russia si è sentita rivolgere per la sua cooperazione nucleare con l'Iran. Gli Stati uniti in particolare hanno fatto chiare pressioni perché Mosca ritardasse l'avvio della centrale. E in effetti il progetto ha subito grandi ritardi. Non solo quelli storici: avviato dallo Shah nel 1974 (con la tedesca Siemens), fermato dalla Rivoluzione nel '79 e rimasto congelato per anni, il progetto di Bushehr è ripreso solo negli anni '90. Da quando però la Rosatom russa ha accettato la commessa per l'impianto, ormai quindici anni fa, le dilazioni sono state numerose: è dal 2003 che il completamento viene dato per imminente e poi slitta. E questo è dovuto in parte proprio alla tensione internazionale attorno al programma di arricchimento dell'uranio nel frattempo avviato dall'Iran.
Ieri Kiriyenko ha sottolineato ancora una volta che l'impianto nucleare costruito in Iran risponde a tutte le norme di salvaguardia dell'Aiea: «Non un solo professionista al mondo potrebbe sostenere che la centrale di Bushehr può essere usata per scopi non pacifici». In particolare, Mosca ha negoziato anni fa con l'Iran le condizioni della fornitura di combustibile: le barre contenenti alcune tonnellate di uranio bassamente arricchito (al 3,5%) vengono dalla Russia e ci torneranno quando saranno esaurite, sotto il controllo dell'Aiea, in modo da eliminare ogni rischio di proliferazione (il ritrattamento dell'uranio esausto può produrre plutonio).
Come ulteriore salvaguardia, ieri il capo di Rosatom ha annunciato un nuovo accordo firmato proprio ieri con Tehran: i tecnici russi resteranno a gestire la centrale di Bushehr per i primi due o tre anni di attività, per poi trasferirla ai tecnici iraniani gradualmente. La Russia inoltre fornirà all'Iran isotopi nucleari iodio e molibdeno, usati in medicina.
Ci vorrà ancora qualche tempo prima che la centrale di Bushehr cominci effettivamente a produrre energia elettrica. Il trasferimento delle barre di combustibile cominciata ieri richiederà una quindicina di giorni. Poi queste andranno introdotte nel nocciolo del reattore per avviare la reazione atomica: la produzione di elettricità avverrà non prima di ottobre.
Non c'erano reazioni formali, ieri sera, alla notizia dell'inaugurazione della centrale nucleare di Bushehr. Salvo una: un viceministro degli esteri britannico, Alistair Burt, ha detto «abbiamo sempre rispettato il diritto dell'Iran di sviluppare un programma atomico esclusivamente civile. Il problema è che Tehran rifiuta di dare all'Aiea e alla comunità internazionale piena garanzia che le sue attività di arricchimento dell'uranio e il progetto di acqua pesante siano solo pacifici».
In effetti nessuno può affermare davvero che la centrale di Bushehr ponga un rischio di proliferazione nucleare. L'unico a lanciarsi in dichiarazioni di fuoco è stato John Bolton, l'ex ambasciatore degli Stati uniti all'Onu durante l'amministrazione Bush: martedì ha fatto notizia dichiarando che Israele ha otto giorni di tempo per bombardare Bushehr, prima che i russi vi mettano il combustibile.
Più interessante è notare che il capo dell'Agenzia atomica iraniana ieri ha tenuto propositi molto concilianti circa il futuro: Tehran, ha detto Salehi, «non ha fretta» di costruire le 10 nuove centrali di arricchimento dell'uranio di cui l'Iran ha parlato di recente. L'altroieri lo stesso presidente Mahmoud ahmadi-Nejad aveva dichiarato, a un giornale giapponese, che l'Iran è pronto a riprendere subito i negoziati con le potenze internazionali su uno scambio di combustibile nucleare, e che «smetterà di arricchire al 20% se ci sarà assicurata la fornitura di combustibile» per la ricerca medica.

Fonte: ilManifesto

22 agosto 2010

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